Ue, l’apertura agli Eurobond arriva dal vicepresidente

L’apertura agli Eurobond arriva da Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue, al quotidiano economico tedesco Handelsblatt

foto dal web

Il dibattito rimane acceso in Europa tra i due fronti. Quello dei paesi del nord, favorevoli all’uso di strumenti già previsti e in ogni caso contrari agli eurobond; Il blocco del Sud, che vogliono lo strumento condiviso e garantito da tutti gli stati membri. “All’Ue potrebbe servire un fondo per la ripresa da 1.500 miliardi di euro dopo la pandemia da coronavirus. Così ha dichiarato Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue, al quotidiano economico tedesco Handelsblatt. “Finora non è stato deciso nulla e il tema di bond comuni europei sarà “sul tavolo” alla riunione dei capi di governo del 23 aprile. Potremmo finanziare il fondo con bond sostenuti da una garanzia degli Stati membri”. Una vera apertura quest’ultima alla tesi dei paesi del Sud, tra i quali c’è in prima linea l’Italia.

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L’apertura agli eurobond e a nuovi strumenti

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Bandiera UE (foto Pixabay)

Un fondo al quale tutti prestano la propria garanzia è anche più facile da piazzare sul mercato. Sarebbero titoli più appetibili, dalla garanzia più forte. Tuttavia, il vicepresidente ha aperto agli eurobond ma non nasconde che si pensa anche ad ipotesi diversi, strumenti nuovi anche di natura diversa dagli eurobond. “La Commissione “sta lavorando a nuovi strumenti finanziari” al di là dei contributi nazionali che di solito confluiscono nei bilanci settennali dell’Ue, ha affermato Dombrovskis. Gli Stati del Nord come la Germania e i Paesi Bassi si sono finora opposti all’ipotesi degli eurobond. Dobbiamo essere chiari con noi stessi che siamo in una crisi senza precedenti – ha aggiunto il lettone -.

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Il Parlamento Europeo (Getty Images)

Sta diventando necessario uscire dai vecchi schemi mentali“. Una sorta di convinzione, quella del vicepresidente della Commissione, che lascia campo all’Italia e ai paesi del fronte meridionale.

 

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