A causa del lockdown è diminuito il rumore sismico: ora gli studiosi possono ascoltare più nitidamente le vibrazioni della Terra e condurre importanti ricerche per il futuro, soprattutto per quanto riguarda i terremoti.
Il lockdown imposto ad un terzo della popolazione mondiale dai rispettivi Stati, ha avuto diversi risvolti dai tratti green. In primo luogo, come ormai noto, un miglioramento della qualità dell’aria che ha fatto registrare un drastico calo di CO2 in tutti i più grandi centri urbani del pianeta. In secondo luogo, con la chiusura in casa dell’uomo, si sarebbe assistito alla “reimmissione in possesso” dei propri habitat da parte di alcune specie animali. Effetti di riflesso che per ovvie ragioni non fanno gioire l’uomo, impegnato in una battaglia personale per la sopravvivenza, ma che sicuramente lasciano spazio ad ampie riflessioni.
Tra gli effetti del lockdown, però, se ne annovera un altro molto importante. Oggi è possibile sentire le vibrazioni della Terra.
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Il lockdown, a causa della pandemia, fa diminuire il rumore sismico e rende udibili le vibrazioni delle Terra
Il “Restate a casa” imposto in ogni parte del mondo avrebbe avuto, riporta la redazione di Focus, un inaspettato effetto. Da quando un terzo della popolazione del Pianeta è, infatti, costretta in casa si sarebbe azzerato il “rumore sismico” e sarebbero divenute ben udibili le vibrazioni della Terra. Una circostanza che rende più agevole il lavoro dei sismologi in grado di rilevare con maggior precisione le onde sismiche.
Ma cos’è il rumore sismico? Dagli esperti, riferisce Focus, viene anche definito come noise sismico ambientale (NSA) ed è generato da fenomeni naturali come eruzioni, valanghe, le onde del mare. Viene però acuito dalle attività umane come ad esempio il traffico aereo o quello dei veicoli, nonché quello su rotaia. Finanche dai concerti, sembra strano ma è cosi, di musica rock. Con il lockdown e lo stop alla circolazione gli esperti hanno notato una decisa diminuzione dei livelli di vibrazione causate dall’uomo. A dichiararlo, riporta la redazione di Focus, Stephen Hicks, sismologo dell’Imperial College London ed il collega belga Thomas Lecocq.
Un’occasione unica per gli studiosi che adesso riescono ad acquisire informazioni che durante la norma non riuscirebbero a registrare. Importante la raccolta dati effettuabile in questo frangente che potrebbe essere un’ottima base di partenza per elaborazioni future.
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Soprattutto per quanto riguarda le piccole attività sismiche di norma non captabili a causa delle innumerevoli interferenze.