Riaperture, immediata marcia indietro: le nuove ipotesi

Riaperture in Veneto: Zaia dice che potrebbe ripensarci sul suo lockdown soft. Sarebbe una marcia indietro clamorosa in poche

Covid-19 Zaia presidente Veneto lockdown
Luca Zaia (Getty Images)

Riaperture in Veneto: Zaia dice che potrebbe ripensarci sul suo lockdown soft. Sarebbe una marcia indietro clamorosa in poche ore dall’ultimo annuncio. Responsabili sarebbero le troppe persone dirette verso le località di mare e di montagna: “Siamo stati gli unici a mettere nell’ordinanza il limite dei 200 metri per passeggiata. Non posso vedere immagini dei parcheggi dei rifugi pieni di auto o sapere che il Soccorso alpini è dovuto intervenire per soccorrere persone in montagna. Aspetto ancora 24 ore altrimenti prenderò dei provvedimenti ma non è giusto che per qualcuno debbano pagare tutti i veneti”. Il presidente del Veneto, Luca Zaia durante la conferenza stampa presso la Protezione Civile a Marghera non ha usato mezzi termini. lancia un monito contro gli eccessi.

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Riaperture in Veneto, il motivo della retromarcia

Scusa più assurda per ingannare
Carabinieri (Getty Images)

Il presidente veneto non ha dubbi sul fatto che va corretto immediatamente quanto deciso poche ore prima. Gli assembramenti restano un rischio. Basta un minimo di libertà e la cittadinanza si lascia andare rischiando. Non si va al mare e non si va in montagnachiarisce Zaia ai microfoni – facciamo tutti un sacrificio, le forze dell’ordine nel contestarci la distanza da casa e noi ad uscire, e in ogni caso la cosa migliore è restare a casa. Ripeto: aspetto ancora 24 ore se mi arrivano foto di chi pensa di fare scampagnate, dico che così non funziona”. Zaia tenta di scuotere l’animo dei più “ribelli” ricordando coloro che sono in difficoltà e che rischiano più di tutti se i contagi dovessero riproporsi come prima. “Se per caso ci viene la tentazione di fare più passi pensate ai bambini immunodepressi, ai bambini leucemici, agli oncologici che non sono solo anziani e pensate anche agli anziani che hanno diritto di vivere in salute.

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Polizia positivo al coronavirus
Polizia (Getty Images)

Costoro non devono pagare dazio perché qualche irresponsabile è riuscito a diventare il vettore del virus”. Il discorso è ineccepibile, discutibile il cambiamento repentino. Un segnale di insicurezza.

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