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Scomparsa Denise Pipitone: il caso ancora avvolto nel mistero dopo oltre 15 anni

A quasi 16 anni di distanza non si hanno più notizie di Denise Pipitone, la bambina scomparsa il 1° settembre da Mazara del Vallo (Trapani).

Denise Pipitone (foto dal web)

Il 1° settembre del 2004 da Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, si perdono le tracce di Denise Pipitone, una bambina di 4 anni che si trovava nei pressi della casa della nonna. Dopo anni di indagini, ricerche e processi, la famiglia di Denise non ha mai trovato una risposta ed ad oggi le ultime tracce della piccola rimangono quelle legate a quel giorno di fine estate.

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Caso Denise Pipitone: la ricostruzione della scomparsa

Denise Pipitone (foto dal web)

Nella tarda mattinata del 1° settembre 2004, il silenzio e la quiete di Mazara del Vallo, comune in provincia di Trapani, vengono spezzati dalle sirene e dagli elicotteri delle forze dell’ordine. In poche ore, decine di pattuglie e un gran numero di agenti si radunano per battere palmo a palmo il paese: si cerca una bambina di 4 anni, Denise Pipitone. Della piccola, che avrebbe festeggiato il suo quarto compleanno il 26 ottobre, si perdono le tracce quella mattina del 1° settembre. Denise stava giocando nei pressi della casa della nonna materna dal lato di Via Domenico La Bruna quando improvvisamente scompare. La bambina era stata affidata alla nonna materna dalla madre, Piera Maggio, che si reca ad un corso d’informatica. Intorno alle 12:30, secondo la ricostruzione fornita dagli stessi genitori della bambina sul sito dedicato alla scomparsa, Piera viene contattata dai familiari che le comunicano di non avere più notizie della figlia. Immediatamente la donna si precipita sul posto, dove trova le forze dell’ordine ed alcune persone che avevano affollato la strada.  Dopo un’ispezione dell’appartamento, scattano immediatamente le ricerche della bambina che impegnano numerosi agenti di Polizia e carabinieri: controlli a tappetto, decine di macchine fermate ed ispezioni nei casolari abbandonati ubicati nelle campagne intorno a Mazzara. Di Denise non c’è traccia.

Agli inquirenti, i quali battono diverse piste, la madre racconta che Denise non si sarebbe mai allontanata da sola perché non era autonoma, era pigra e soprattutto aveva paura delle macchine e dei venditori ambulanti che affollavano il mercato rionale, distante solo 500 metri dall’abitazione. Inoltre, la piccola non veniva mai lasciata sola: nello stesso edificio abitavano anche i cuginetti con cui giocava sempre.

Le ultime tracce di Denise risalgono intorno alle 11:45 quando prima viene vista giocare nel garage-cucina dal cugino e successivamente dalla zia. Quest’ultima, nota prima il viso della bimba attraverso la porta a specchio e poco dopo la vede allontanarsi verso casa della nonna, dal lato di Via Domenico La Bruna, dove si perdono definitivamente le tracce.

Caso Denise Pipitone: le segnalazioni e le indagini degli inquirenti

Il caso finisce su tutti i notiziari e sui programmi d’approfondimento, compreso Chi l’ha Visto? che si dedicano alla scomparsa nel tentativo di risalire a qualcuno che possa avere notizie di Denise. Tutta Italia viene a conoscenza del dramma che sta vivendo la famiglia e non mancano le prime segnalazioni di avvistamenti che si rivelano infondate. La più importante è quella del 18 ottobre 2004, a circa un mese e mezzo dalla scomparsa. Una guardia giurata in servizio presso una banca di Milano nota un gruppo di nomadi, tra cui una bambina che somigliava a Denise con il capo coperto dal cappuccio, nonostante il caldo. L’uomo sente anche una donna chiamare la bambina “Danàs” e lei risponde in italiano “Dove mi porti?“. Il vigilante registra la scena con il cellullare ed immediatamente chiama la polizia, che arriva quando il gruppo si è allontanato. Il filmato registrato con il cellullare viene consegnato agli inquirenti ed emerge dall’analisi dei Ris che il volto della bimba del video è altamente compatibile con quello di Denise, ma non vi è l’assoluta certezza mancando la prova del Dna.

Caso Denise Pipitone: il processo nei confronti della sorellastra e del suo ex fidanzato

Mentre si susseguono altre segnalazioni sui possibili avvistamenti della bambina, l’attenzione degli inquirenti si sposta sulla famiglia. Nel mirino degli investigatori finisce la sorellastra di Denise, Jessica Pulizzi. La donna viene indagata in seguito a due frasi intercettate dalle forze dell’ordine. Nel dettaglio, la prima sarebbe quella di Jessica rivolta alla madre, Anna Corona, a cui dice in sicilianoIo a casa c’à purtai” ovvero “Io a casa l’ho portata“. La seconda è pronunciata da Alice, figlia minore dei Pulizzi, che a Jessica dice sempre in siciliano: “Quannu eramu ’n casa, a mamma ha ucciso Denise” ossia “Quando eravamo in casa, la mamma ha ucciso Denise“.

A processo finiscono Jessica Pulizzi con l’accusa di sequestro di minore e l’ex fidanzato Gaspare Ghaleb per false informazioni al pubblico ministero. Dopo un iter giudiziario durato quattro anni, dal 2013 al 2017, la sorellastra di Denise viene assolta in via definitiva dalla Corte di Cassazione. L’accusa, che sosteneva un rapimento dovuto a motivi di gelosia, dato che Jessica e Denise erano figlie dello stesso padre, aveva chiesto 15 anni di reclusione.

Nell’ambito delle indagini entra un’altra intercettazione misteriosa. Questa volta a parlare sono tre uomini vicino ad un motorino, sul quale era stata piazzata dalle forze dell’ordine una cimice dopo la scomparsa. Si sente dire, in dialetto siciliano: “Vai a prendere Denise, ma dove la devi portare? Peppe cosa ti ha detto?“. Gli inquirenti provano a rintracciare i tre soggetti, ma purtroppo non verranno mai individuati. Nel 2018 una nuova pista riaccende la speranza della famiglia di Denise: viene ritrovata un’impronta sul vetro di un’auto di un uomo che era finito tra i sospetti degli inquirenti. Gli esami, però, non portano a nessuno sviluppo.

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(Foto di Angelo Giordano-Pixabay)

In questi anni la famiglia della piccola, che il prossimo 26 ottobre avrebbe compiuto 20 anni, non ha mai smesso di cercare Denise e non ha mai perso la speranza di poterla riabbracciare.

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