Cina e l’allarme Covid-19, a quanti giorni ammonta il ritardo

Cina e l’allarme covid-19: Solo il 20 gennaio il presidente Xi Jinping emise un avviso pubblico per l’emergenza coronavirus. Lo scrive l’Associated Press

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Sui ritardi del lanciato allarme coronavirus in Cina ne sono state dette di cotte e di crude. Il tempismo potrebbe essere stato importante per la Cina, ma pur sempre relativo per il resto del mondo. Il contagio è arrivato poi ovunque, dopo non poche settimane. Il ritardo, insomma, ha influito eventualmente sulla situazione cinese e non su quella mondiale. Le ultime notizie riguardano ora l’Associated Press dicono che solo il 20 gennaio il presidente Xi Jinping emise un avviso pubblico per l’emergenza coronavirus. A quel punto, più di 3mila persone erano già contagiate, stando a quanto ha affermato la testata giornalistica.

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Cina e l’allarme Covid-19: la situazione attuale

Ricciardi
Coronavirus – foto dal web

In Cina si è tornati alla normalità, seppur con le dovute precauzioni da qualche giorno. Due settimane circa la riapertura di Wuhan, epicentro dell’epidemia dopo ben 76 giorni di chiusura. Oggi però la situazione non è ancora del tutto tranquilla. La Cina ha annunciato 97 nuovi casi “importati” di coronavirus, il numero più alto dall’inizio di marzo. Il paese è preoccupato da una nuova eventuale ondata. Il problema è rappresentato principalmente dai cinesi che erano all’estero e che stanno tornando, da paesi che ora si trovano nel pieno della lotta come l’Italia. Gli scambi, la circolazione delle persone impedisce di avere un reale azzeramento.

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Covid-19
Coronavirus Cina Wuhan la vita riprende lentamente FOTO Getty Images

Fin quando le persone potranno interagire con paesi dove esiste ancora il contagio, difficilmente Pechino potrà sentirsi definitivamente fuori dall’emergenza. Non a caso in Cina parlano di contagi importati.

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