Il Virologo Crisanti sottolinea l’eccellente gestione del Coronavirus in Veneto. La Corea come modello per combattere l’infezione
Il Virologo Crisanti ha scelto la strada della maturità in Veneto per calmare l’impeto del Coronavirus. Il modello della Regione del Nord si affida al progetto adottato dai coreani, forte anche della mentalità “adulta” del popolo veneto. Crisanti inizia le sue ricerche sulle zanzare della malaria, ma oggi l’approfondimento del suo sapere ha inciso in maniera significativa nella testa della popolazione veneta. Il virologo, Direttore di Microbiologia dell’università di Padova è passato alla storia affrontando il carattere pandemico che il Coronavirus ha assunto nel giro di poco tempo. La scelta di adoperare test di tamponi in massa sulla popolazione ha cancellato Vò Euganeo e i comuni limitrofi dalle liste della zona rossa del contagio.
Il Veneto nel giro di poche settimane ha contato “0” nella casella del numero di infetti. Tutto ciò è stato reso possibile grazie alle misure nel decreto rispettate dai cittadini. Ma il frutto è comparso maturo anzitempo grazie all’amministrazione politica della Regione. Il modello di gestione del Coronavirus deriva da una mentalità orientale di origine coreana. Grazie alla messa a disposizione di 3.300 tamponi estesi alla popolazione, oggi il virologo Crisanti è diventato l’uomo simbolo di Vò Euganeo.
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La politica adottata dal virologo Crisanti per contenere il Coronavirus la distingue dalle altre zone rosse ora in piena emergenza e in preda ad una disperata situazione. Ma la gestione in piena crisi ha un modello di riferimento al quale i Crisanti e i governatori del Veneto hanno attinto ed è quello coreano. Seul ad esempio ha basato la sua politica di contenimento del Coronavirus mettendo in campo nuove tecnologie e test a tappeto per evitare il contagio. i coreani hanno operato con efficienza grazie all’esperienza maturata per combattere la Mers nel 2015.
Le ricette messe in campo sono il risultato di un mix di lavoro unanime, avvenuto tra gli enti politici, laboratori privati e aziende produttrici. Esse costituiscono la forza lavoro che oggi testimonia perfettamente lo strumento efficace per contenere il Coronavirus. Punti di controllo, stazioni mobili per test e visite presso il domicilio hanno rappresentato l’ingranaggio che oggi ne fa della Corea del Sud un modello da seguire, proprio come ha fatto il Veneto.
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Un aiuto in tal senso sta avvenendo in Italia anche dalla tecnologia ed è in fase di sperimentazione. Proprio come i Big Data in Corea, scesi in battaglia al fianco della popolazione che ha potuto contare su un’app scaricabile da smartphone che permette di localizzare le persone contagiate.
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