Un laboratorio italiano, per scongiurare l’estinzione del rinoceronte bianco settentrionale, è sceso in campo creando in laboratorio un embrione che verrà impiantato nell’utero di una madre surrogata. Al momento sul pianeta vi sono solo due esemplari, entrambi femmina.
Un progetto rivoluzionario quello portato avanti da un laboratorio di ricerca italiano che potrebbe scongiurare l’estinzione del rinoceronte bianco settentrionale. Di questa rara specie, al mondo, sono rimasti solo due esemplari entrambi femmina. Per tale ragione l’Avantea, impiegata in tecnologie avanzate per la riproduzione animale, sarebbe riuscita a creare in provetta un embrione che verrà ora impiantato nell’utero di una madre surrogata.
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Rinoceronte bianco, per salvare la specie ricorso alla maternità surrogata
La ricerca dell’Avantea, laboratorio italiano di tecnologie avanzate per la riproduzione animale, avrebbe compiuto uno straordinario passo avanti nella salvaguardia delle specie in via d’estinzione. Nello specifico si parla del rinoceronte bianco di cui sul pianeta sono rimasti solo due esemplari, entrambi femmina.
Stando a quanto riportato dalla redazione de La Repubblica, dopo un lungo percorso di ricerca iniziato lo scorso agosto, l’Avantea avrebbe ricreato in laboratorio un embrione da impiantare in una madre surrogata. Dopo aver raccolto gli ovociti dei due esemplari sopravvissuti e provveduto all’inseminazione artificiale con dello sperma congelato ora l’embrione sarebbe pronto per l’impianto. Una procedura, riporta La Repubblica, che sarebbe stata dichiarata dal laboratorio ripetibile e che se eseguita quando l’animale è ancora nel suo periodo di fertilità dovrebbe portare a risultato certo.
Come è stata condotta la ricerca
Le maggiori difficoltà incontrate dal team di esperti sono state dettate dal posizionamento delle ovaie nel rinoceronte femmina che si trova sotto l’addome. Ciò avrebbe impedito l’impiego di metodi tradizionali. Per tale ragione è stato creato un apposito strumento, riporta La Repubblica, per raccogliere gli ovociti.
Non sarebbe stato per nulla facile compiere l’operazione peraltro assai rischiosa. Affinchè andasse a buon fine, oltre all’utilizzo di appositi macchinari, il tempo a disposizione è stato veramente esiguo: solo due ore. Oltre tale limite temporale, riporta La Repubblica, l’anestesia sull’animale avrebbe perso effetto. Il materiale prelevato è stato trasportato a Cremona dove il fondatore di Avantea, il professor Cesare Galli ha proceduto all’inseminazione utilizzando una tecnica già sfruttata per un’altra specie di rinoceronte.
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È così nato il primo embrione in vitro di rinoceronte bianco settentrionale.