Lo scrittore cileno, Luis Sepulveda, molto conosciuto anche in Italia, era ricoverato da fine febbraio a Oviedo per aver contratto il Coronavirus.
E’ morto a 70 anni a seguito del Covid-19 lo scrittore cileno Luis Sepulveda. Era ricoverato da fine febbraio in un ospedale a Oviedo dopo aver contratto l’infezione. Tra i suoi romanzi di maggior successo c’è “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, da cui è stato tratto il film d’animazione italiano del 1998, “La gabbianella e il gatto”. Era un guerrillero, ecologista, viaggiatore, esule politico Luis Sepulveda. Esordì con il libro “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” del 1989, dedicato a Chico Mendes, con cui regalò ai lettori un primo pezzo della sua vita ovvero i sette mesi passati nella foresta dell’Amazzonia con gli indios Shuar. Espulso dal Cile dopo due anni e mezzo di carcere, nel 1977 partecipò a una missione dell’Unesco per studiare l’impatto della civiltà sulle popolazioni native. Nacque così una storia tra due mondi, quello degli indios diffidenti nei confronti dei cacciatori bianchi di frodo e cercatori d’oro, e quello dei bianchi.
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Il secondo romanzo di Luis Sepulveda
Ne “Il mondo alla fine del mondo” sempre pubblicato nel 1989, Luis Sepulveda descrisse quello che gli pareva inevitabile dal ponte di una nave di Greenpeace, (a cui si era unito negli anni ’80): navi-fabbrica che prendono a bordo balene morte e diventano mattatoi, inseguimenti in Antartide e attivisti ecologisti contro pescatori giapponesi.
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Nel 1994 scrisse “La frontiera scomparsa“, i cui racconti \seguono le tappe di un uomo cileno che dalle prigioni di Pinochet ritrova la libertà attraversando su veicoli di fortuna l’Argentina, la Bolivia, il Perù, l’Ecuador, la Colombia fino a Panama dove si imbarcherà alla volta della Spagna.