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Mascherine chirurgiche, maxi sequestro nel torinese

La guardia di finanza ha smantellato un import illegale di 400mila mascherine chirurgiche. I sequestri in un market di Moncalieri e in un ristorante sushi di Orbassano

Guardia di Finanza (Getty Images)

La guardia di finanza di Torino ha smantellato un mega import illegale di mascherine chirurgiche. Un lotto enorme composto da 400mila pezzi che sono arrivati nel nostro Paese in modo illegale pronte per essere vendute.

Un’azione che è stata attivata nel torinese tra Moncalieri e Orbassano e che ha coinvolto degli imprenditori cinesi. Quattro le persone coinvolte che hanno dichiarato il falso alla frontiera. Per loro era materiale destinato a “servizi essenziali”, motivazione scelta per usufruire dello “svincolo diretto”. Nulla di tutto questo era vero. Solo materiale importato illegalmente al quale nel giro di una settimana se ne sarebbe aggiunto dell’altro. Nei loro piani, infatti, l’intenzione di importare con lo stesso sistema altri 5 milioni di mascherine.

Tutta l’azione che ha portato al sequestro avvenuto in poche ore dall’arrivo del materiale in Italia è avvenuta grazie alla collaborazione e al contributo del personale del Nucleo Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli di Torino.

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Mascherine chirurgiche illegali alla Protezione civile

Mascherine (Getty Images)

Il primo importante sequestro di mascherine chirurgiche illegale è avvenuto a Moncalieri in un magazzino di un noto market cinese. Qui erano depositate ben 100mila mascherine. Il resto del bottino illegale era invece collocato in un ristorante sushi di Orbassano chiuso per gli obblighi del decreto.

Mentre avveniva tutto questo era pronto un altro carico illegale che era in viaggio verso Napoli. Ad attenderlo a Maddaloni i finanzieri campani a lavoro in stretto contatto con il reparto torinese. Dal capoluogo piemontese, infatti, il secondo carico è stato intercettato e posto sotto sequestro.

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La conferenza stampa alla Protezione Civile (screenshot)

Dopo il sequestro il materiale ora andrà nelle mani della Protezione Civile che distribuirà i dispositivi per rifornire gli enti pubblici e assistenziali in crisi. Tutto questo è stato possibile grazie ai provvedimenti di requisizione del delegato dal commissario per l’Emergenza Covid-19 sul territorio piemontese.

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