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Virus, test sierologici sui gatti a Vo’ Euganeo | Il sospetto dei ricercatori

Al via i test sierologici sui gatti a Vo’ Euganeo, cittadina del Veneto e primo focolaio del virus: cosa cercano di capire i ricercatori

(Getty Images)

I gatti potrebbero rivelarsi alleati decisivi nella lotta al Covid-19. Insomma non solo animali da compagnia, ma anche un serio aiuto per gli esperti che combattono ogni giorno contro questo terribile virus. Per questa ragione a Vo’ Euganeo, città del primo focolaio italiano del Coronavirus ora diventata a contagio zero, si partirà dai felini per cercare di trovare gli anticorpi per il virus.

Una equipe formata da cinque ricercatori, di cui quattro dell’Università di Padova ed uno dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, con l’aiuto dei Servizi Veterinari della Regione compierà un test sierologico sul sangue dei gatti. L’obiettivo sarà quello di trovare gli anticorpi alla malattia.

La stessa procedura che stanno effettuando sugli umani gli Atenei di Padova e Verona. Tutto questo succede dopo aver compiuto il test per due volte ai 3.300 cittadini del paese veneto.

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Virus, test sierologici sui gatti | Il potenziale ruolo dei felini nella malattia

(Getty Images)

Il professor Massimo Castagnaro, ordinario di patologia veterinaria, a capo dell’equipe spiega ai microfoni del ‘Corriere Veneto‘. “Faremo prelievi del sangue per comprendere se, in che modo e in quale misura, i felini di questo Comune, un modello di studio unico, si siano infettati“.

Il dottore spiega. “Prendiamo in esame i gatti – aggiunge l’esperto – perché in tema di animali domestici ed esposizione al virus c’è un unico studio, condotto a Wuhan dai veterinari della città cinese focolaio originario del Covid-19, che lo hanno riscontrato nel 10%-15% dei felini appartenenti a soggetti contagiati“.

L’esperto prosegue. “E quindi, cercando gli anticorpi nel loro sangue, potremo capire se questi animali possano contrarre il virus e come rispondano – sostiene -. Sappiamo infatti che la malattia passa da uomo a uomo, ma vogliamo inquadrare il potenziale ruolo del gatto“.

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(Getty Images)

Infine Castagnaro sostiene. “La nostra ipotesi è che non giochi un ruolo importante nella diffusione del coronavirus, ma – conclude l’uomo – che possa invece infettarsi lui, stando vicino a un umano colpito dalla malattia“.

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