Pino Cacucci, amico fraterno di Luis Sepúlveda, lo scrittore scomparso ieri a 70 anni a causa del Covid-19, ha rilasciato un’intervista all’Huffington Post.
Pino Cacucci è uno degli scrittori e sceneggiatori nostrani più conosciuti ed amati in Sud America e non solo e amico fraterno di Sepúlveda. “Se Luis è stato preda di questo Covid-19 è anche perché i suoi polmoni furono minati dalla dittatura di Pinochet. La dittatura voleva ammazzarlo, non lo uccisero subito ma lo lasciarono marcire molto lentamente. Per sua fortuna, aveva già pubblicato una raccolta di racconti: le Amnesty International della Svezia e della Germania iniziarono a fare una campagna molto ferrata chiedendo dove fosse finito il giovane scrittore cileno torturato. Furono così la sua salvezza. La dittatura si tolse questo peso e a calci lo caricarono su un aereo, prima nei Paesi scandinavi e poi in Germania, dove avrebbe avuto la cittadinanza. Era cittadino tedesco”.
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Luis Sepùlveda: “Vola solo chi osa farlo”
“Non mi viene in mente – continua Pino Cacucci – nessun altro scrittore che abbia le sue capacità di difendere la memoria attraverso la letteratura che non è apparentemente militante, ma schierata come lo era lui. La sua scrittura era un insieme di tanto amore per un’umanità vilipesa e bistrattata, un’umanità che vediamo tutti i giorni. Era un grande combattente per la difesa degli equilibri della natura, un ecologista convinto e anche nemico del neoliberismo. Tutta la sua vita l’ha spesa per difendere questi principi”.
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“‘Vola solo chi osa farlo’ è – conclude Cacucci – una frase perfetta per uno come lui e nel suo caso è stato proprio così. Ha volato per tutta la sua vita. Continuerà ad essere un esempio per tutti noi”.