L’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama già nel 2014 aveva parlato di una possibile malattia mortale che si sarebbe diffusa per via aerea. Per questo aveva proposto di creare un’infrastruttura mondiale capace di affrontare un’eventuale epidemia
“Potrebbe e verosimilmente arriverà un momento in cui si diffonderà una malattia che si trasmetterà per via aerea e che sarà mortale”. Queste le parole dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama pronunciate nel 2014. Oggi in piena emergenza sanitaria da coronavirus sembrano più profetiche che mai.
L’allora presidente aveva parlato di una possibile e nuova malattia mortale che si sarebbe diffusa nel mondo a seguito dell’emergenza Ebola che in quei tempi aveva colpito soprattutto l’Africa e minacciato il mondo intero.
In vista dei fatti già accaduti il leader americano non aveva escluso una possibile futura pandemia. Il suo discorso era stato pronunciato al National Institutes of Health (Istituto nazionale di sanità). Si era complimentato con tutti gli operatori che avevano lavorato in prima linea, per la professionalità con cui era stata fronteggiata la crisi sanitaria da cui si era appena usciti.
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Obama oltre quella che oggi sembra una profezia sul coronavirus aveva parlato anche di una possibile soluzione. Una proposta a cui lavorare per poter contrastare in modo efficace una eventuale pandemia.
L’ex presidente aveva proposto di approvare un finanziamento destinato ad una futura crisi sanitaria. Un investimento che avrebbe permesso gli Usa di essere pronti di fronte a nuovi casi di Ebola in futuro. Ma, nello stesso tempo, anche di collaborare con altri Paesi. Si sarebbe dovuto lavorare per prevenire altri focolai, contenendo così il virus ed evitare che si trasformi in epidemia.
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Obama, inoltre, aveva già pensato alla creazione di una infrastruttura mondiale. Un sistema coeso che sarebbe stato in grado di affrontare un’epidemia. Questa la ricetta del leader che avrebbe permesso di affrontare una futura epidemia.
Era convinto della necessità di una infrastruttura da fare “non solo qui negli Usa, ma a livello globale, che ci consenta di individuarla rapidamente, isolarla rapidamente e reagire rapidamente” aveva detto.
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Una struttura sulla quale Obama era fermamente convinto tanto da definirla un “investimento intelligente”. Solo così l’America e il mondo potevano essere pronti al futuro che di certo avrebbe portato altri problemi con i virus. E così purtroppo è stato.
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