È la storia di una giovane donna canadese stuprata in un albergo da un uomo sconosciuto da cui aveva accettato la gentilezza di un drink. Non ricorda più nulla di quella sera ma ha deciso di denunciare l’accaduto
Stuprata nel momento in cui era più fragile e indifesa. Un uomo sconosciuto ha abusato di lei mentre aveva saputo da poco della morte del padre.
È la storia di Naomi Woodyat, giovane canadese che si trovava in Irlanda per lavoro e per raggiungere la sua città natale e arrivare in tempo prima che il padre morisse si era diretta a Dublino per risolvere un problema con il passaporto.
Nulla da fare purtroppo perché proprio mentre era in albergo è arrivata la notizia che non avrebbe voluto ricevere, il padre era morto. E così sconvolta per la perdita è scena al bar dell’hotel per bere un bicchiere di vino.
È qui che ha incontrato l’uomo che poi, a sua insaputa, l’avrebbe stuprata. Le ha offerto un drink e lei gentilmente ha accettato. Da lì in poi non ricorda più nulla. Sa solo di essersi ritrovata nel letto con l’uomo, e il corpo tutto dolente. Come se non bastasse al risveglio l’uomo ha abusato ancora di lei.
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Naomi, donna ferita per la morta del padre e per essere stata stuprata per molto tempo non ha trovato pace. Non ricordava bene quello che era successo, piangeva e di notte aveva degli incubi.
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Ha deciso così di raccontare tutto ad un centro dedito alle vittime di stupro e poi denunciare alla polizia. È da qui che Naomi ha preso coscienza del fatto che molto probabilmente l’uomo l’aveva drogata e poi aveva abusato di lei. Questo l’ha spinta a denunciare ai media l’accaduto per sensibilizzare le donne e incitarle a non nascondersi, a non vergognarsi. L’importante è denunciare, il monito di Naomi.
“Quel ragazzo non sembra uno stupratore, dall’aspetto non sembra che mi debba spaventare di lui” ha detto a voce ferma. “Voglio che le donne parlino e non restino in silenzio”.
Un appello a rompere gli schemi secondo cui l’aspetto di una donna induca alla violenza. “Lo stupro non ha a che fare con quello che indossi, non c’è un target d’età, di tipologia o demografico. Non è colpa tua” l’appello della donna.
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