L’Italia si sta lentamente avviando verso la fase 2 dell’emergenza coronavirus ma nord e sud viaggiano su binari diversi con una differente velocità rispetto al contagio.
I dati relativi al contagio da Coronavirus in Italia stanno diventando ogni giorno sempre più incoraggianti, secondo il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità: “L”R con zero, ovvero l’indice che misura la velocità del contagio è sceso sotto a 1 arrivando alla soglia di 0,8″. Un dato questo davvero incoraggiante se solo si pensa che è quello inseguito dall’Italia dall’inizio del lockdown.
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Le differenze del contagio fra nord e sud
È bene però chiarire che il contagio da coronavirus è rallentato ma non interrotto, a dimostrazione di questo ci sono i circa tremila nuovi casi al giorno di positività che sono concentrati sopratutto nelle regioni del nord Italia. Diverso è invece il discorso del centro-sud dove la velocità di contagio è ben al di sotto di 1, questo vuol dire che le regioni meridionali potrebbero avviarsi molto prima verso la fase 2 rispetto al resto d’Italia. In questo momento ciò che preoccupa gli esperti è l’insorgenza di un nuovo fronte di contagio che non potrebbe più riguardare i luoghi pubblici ma le abitazioni private. Infatti secondo il professor Gianni Rezza, direttore di Malattie infettive dell’Iss: “L’isolamento domiciliare, specialmente se non ci sono le condizione adatte e non vengono rispettate totalmente le regole, può rappresentare un rischio maggiore di trasmissione all’interno delle famiglie”.
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Per cercare di contenere un simile pericolo Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, ha confermato che ci si sta rivolgendo a strutture ricettive affinché possano ospitare i positivi da coronavirus che in questo modo potrebbero trascorrere la quarantena lontano dalla propria abitazione dove sarebbe impossibile garantire un completo isolamento a partire ad esempio dalla necessità che ogni paziente avrebbe di avere a disposizione una camera e un bagno proprio.