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Pandemia e riduzione dell’inquinamento: una variabile rende i dati incerti

I livelli di inquinamento nei grandi centri europei si sarebbero nettamente ridotti a seguito del lockdown, eppure gli esperti avvertono che i dati a causa della variabilità meteorologica sarebbero incerti: serve studio a lungo termine.

(Getty Images)

Uno dei risvolti positivi del lockdown è sicuramente il drastico abbassamento del livello di inquinamento. Ed infatti, con le limitazione degli spostamenti e la chiusura degli impianti industriali, nei cieli del mondo è stato registrato un drastico calo del biossido di azoto. A fornire i dati percentuali del Vecchio Continente l’Esa, Ente spaziale Europeo.

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Lockdown ed inquinamento: ultimi dati rivelano che nelle capitali europee vi è stato un calo del 45-50% rispetto allo scorso anno

(Foto di Ralf Vetterle-Pixabay)

L’Esa, Ente spaziale Europeo, ha condotto uno studio in merito all’abbassamento dei livelli di biossido di azoto nei cieli del Vecchio Continente. In seguito al lockdown, infatti, i livelli di inquinamento si sono ridotti drasticamente. Rispetto allo scorso anno alcune città metropolitane hanno registrato una diminuzione che si attesta intorno al 45-50%. I dati sono stati raccolti tramite Tropomi, strumento del satellite Copernicus Sentinel-5P, utilizzando il programma Copernicus dell’Unione Europea.

Secondo gli studiosi del Royal Netherlands Meteorological Institute (KNMI), riporta Repubblica, le immagini raccolte mostrano un netto un netto calo delle concentrazioni di biossido di azoto dal 13 marzo al 13 aprile 2020, rispetto a quelle dello stesso periodo dello scorso anno. Grandi centri metropolitani come Madrid, Milano e Roma, registrano attualmente una diminuzione circa del 45%. La capitale, invece, ora con “aria più pulita” sarebbe Parigi con il suo -54%.

Un risultato positivo dettato dallo stop del continente a causa della pandemia da coronavirus. Il “restate a casa” in combinato con la serrata dei poli industriali sarebbe alla base del fenomeno. Ovviamente, essendo un fenomeno in costante divenire, per avere misurazioni certe sarà necessario un controllo a lungo termine per cercare, riporta La Repubblica, di livellare eventuali anomalie.

Inquinamento e lockdown, dati imprecisi: colpa della variabilità meteorologica

Henk Eskes, della KNMI, sul punto ha dichiarato che in ogni Nazione esiste un oscillazione considerevole dei livelli di biossido di azoto. Uno studio a lungo termine consentirebbe di chiarire la correlazione tra inquinamento ed attività umane. Le mappe ora disponibili, ha proseguito l’esperto stando a quanto riferisce La Repubblica, mostrano rilevazioni mensili, il che comporta un’incertezza del 15%, considerate anche le variabilità del meteo che non sono state un parametro impiegato nella recente valutazione. L’Istituto olandese proseguirà la propria ricerca nelle prossime settimane, concentrando la propria attenzione maggiormente sul Nord Europa. Quest’ultima sarebbe la zona dove maggiormente si sono rilevate instabilità a causa dei repentini cambiamenti metereologici.

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(Foto di Ralf Vetterle-Pixabay)

La fruizione di modelli sulla qualità dell’aria, ossia come il monitoraggio effettuato da Copernicus, permetterà un’analisi più precisa e dettagliata sui livelli di inquinamento, epurandola dalle variazioni del meteo.

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