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Interviste

10 domande a Marina Tagliaferri: Giulia Poggi di Un Posto al Sole si racconta

Intervistato Marina Tagliaferri, la Giulia Poggi di Un posto Al Sole. Ci ha raccontato molte cose di lei. 

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Patrizio Rispo, ma come poteva mancare lei? Marina Tagliaferri, attrice di televisione, del cinema e del teatro italiano. Da 24 anni, tutte le sere, entra nelle nostre case come Giulia Poggi. In Un Posto al Sole abbiamo avuto modo di conoscere le sue mille sfaccettature, è un personaggio incredibile, è impossibile non volerle bene. Un’assistente sociale, una mamma, una nonna, una donna, una compagna, una moglie, abbiamo conosciuto i suoi punti di forza e anche le sue debolezze. Ha un centro d’ascolto insieme alla figlia Angela ed è sempre presente nelle vicende della soap opera, pronta ad aiutare sia la sua famiglia che le ragazze di strada, chi subisce violenza in casa e chi si sente sola al mondo. In passato l’abbiamo vista anche stringere i denti e combattere contro la camorra. In una delle tante storie di Un Posto Al Sole, infatti, Giulia ha stretto un rapporto profondo e importante con un boss della camorra, Nunzio Vintariello, aiutandolo e portandolo alla redenzione. Di recente è stata protagonista anche di una vicenda che al giorno d’oggi tocca tantissime donne: stiamo parlando delle truffe online. Giulia, infatti, stava stringendo una conoscenza con un uomo su internet che la stava prendendo in giro e che voleva estorcerle dei soldi. Alla fine, grazie all’intervento di Ornella e dei suoi figli, è stata in grado di aprire gli occhi e denunciare. Con questa storia la soap opera ha dato un messaggio importantissimo: anche una donna istruita, autonoma, razionale, emancipata, realizzata professionalmente, ben posizionata socialmente ed economicamente, può essere raggirata da un delinquente. Bisogna stare molto attenti a chi diamo la nostra fiducia.

Quando guardiamo una soap opera così a lungo, però, tendiamo a dimenticarci che dietro a quei personaggi si nascondano delle persone vere, in carne ed ossa, con modi di fare e personalità diverse. Abbiamo contattato Marina chiedendole di fare una chiacchierata insieme, di ripercorrere i punti più salienti della sua carriera e di conoscere un po’ meglio chi si nasconde dietro quel personaggio che, ad oggi, consideriamo come una persona di famiglia. La ringraziamo ancora per aver accettato e per le sue risposte esaustive.

 

“Cara Marina, felice di ospitarla qui su Yes Life. Ripercorrendo i punti più salienti della sua carriera, vediamo che all’inizio si è dedicata completamente al teatro. Quando è nata questa sua passione per la recitazione? E quando ha capito che avrebbe potuto diventare un lavoro vero e proprio?”

“La mia passione per il teatro inizia tanto, tanto tempo fa. Avevo circa sette anni. Andavo a scuola dalle suore e loro avevano un piccolo teatro. Davvero piccolo. Da grande sono tornata a vederlo e mi sono resa conto che aveva le dimensioni di noi bambine.  Le suore organizzavano ogni anno  una recita, quella volta si trattò de : ”La bella addormentata”. La consuetudine voleva  che  fossero le bambine più brave a scuola a prendere parte alla recita. Io non ero tra quelle. La mia compagna di banco si. Ma a lei non interessava e soprattutto un’altra consuetudine voleva che le mamme di queste bambine realizzassero l’abito da indossare durante la recita. La mamma della mia compagna di banco non ci pensava proprio. Così, capita la cosa, misi a soqquadro gli armadi di mamma e di mia zia. Alla fine trovai l’abito della comunione di mia cugina. A quel punto andai dalla suora, madre Angelica, e le dissi: “madre, so che io non sono tra le più brave ma… HO L’ABITO. Che facciamo? Feci la recita, ero la madre della principessa. Ricordo persino le prime battute. Ecco, così è cominciata. Ma tra quel momento e quando ho capito che sarebbe diventata la mia professione passarono dieci anni. Nel frattempo avevo messo su una compagnia di amici con i quali mi divertivo a realizzare degli spettacoli. Non pensavo di farlo come lavoro. In realtà mi preparavo  a entrare all’ISEF, lo sport era un’altra mia passione. Poi, durante la vacanza del diploma, a Parigi, in un ostello della gioventù, discutendo con una mia amica, improvvisamente mi resi conto che c’era una sola cosa che volevo fare: “entrare all’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio D’Amico. Tornai a Roma, provai a fare l’esame e…entrai!”

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“All’epoca il teatro ricopriva un ruolo importantissimo. C’era il mito di Eduardo De Filippo, che è stato una figura fondamentale del Teatro italiano del novecento. Purtroppo nell’epoca moderna il teatro è più trascurato dalla nuova generazione, che sogna il mito della televisione, della fama sui social, il grande schermo. Secondo lei, in che modo un giovane di oggi potrebbe avvicinarsi ad una passione come quella del teatro?”

“Il teatro è alla base del lavoro dell’attore. La recitazione “nasce” in teatro. Nasce in tempi  antichi, rappresenta l’alfabeto del nostro mestiere. Ignorarlo è come voler imparare a scrivere senza conoscere le lettere. È sicuramente un problema culturale. Io ho conosciuto il teatro a scuola, da bambina. Il problema è quindi legato all’insegnamento, sia scolastico che familiare. Sono certa che qualunque “giovane”, messo davanti ad un palcoscenico non può ignorare la straordinaria sensazione che ne scaturisce. Molto spesso oggi arrivano fino alla maggiore età senza essere mai entrati in un teatro. Dobbiamo riportarceli!”

 

“Si aspettava l’arrivo della televisione?

L’argomento è molto lungo. E difficile da semplificare. Non posso dire di aver o meno previsto tutto questo ma io ho sempre sostenuto che non esiste un attore di teatro o di televisione. Esiste… l’attore. Quindi mi aspettavo di fare “tutto” quello che un attore può fare: teatro, cinema, televisione, radio, doppiaggio…! Sono stata fortunata, posso dire di aver fatto quasi tutto.

Qual è la differenza sostanziale tra le due cose?”

La completezza sta nella curiosità di fare, di scoprire, di mettersi in gioco! Quindi le differenze possono essere tante dal punto di vista tecnico, ma esiste un comune denominatore: la passione!”

“Ha avuto modo di interpretare tanti ruoli nel corso della tua lunga carriera, si è destreggiata tra teatro, cinema e televisione. Ad oggi, qual è il sogno del cassetto di Marina?”

“In un momento così particolare parlare di sogni nel cassetto è alquanto difficile. Il primo sogno nel cassetto è che tutto torni come prima, ma credo che per molto tempo non sarà possibile. Prima o poi supereremo questa fase e allora forse i nostri ”sogni” saranno cambiati. Perché questa esperienza ci cambierà tutti. Spero in meglio.”

 

“Sappiamo quanto è legata al teatro e quanto al suo personaggio di Giulia in Un Posto al Sole. Ma se domani le venisse chiesto di fare soltanto una delle due cose per il resto della tua vita, cosa sceglierebbe?”

“Forse questa domanda avrebbe avuto senso dopo un paio d’anni di Un posto al sole. Ma dopo 24 anni non saprei. Andrò dove mi porta il cuore, come ho sempre fatto. Una delle caratteristiche della nostra professione è… che non ci sono certezze!”

“Veniamo proprio ad Un Posto al Sole. Come le arrivò questa occasione? E immaginava che sarebbe rimasta così a lungo?”

“In realtà avvenne tutto per caso. Avevo mandato una cassetta con alcune mie scene dei “Ragazzi del muretto” per un’altra produzione. Casualmente il produttore australiano, che stava visionando dei provini per Upas, vide le mie scene. Volle conoscermi e mi propose il ruolo di Giulia. All’inizio il nostro impegno doveva essere di circa nove mesi, che già ci sembrò lunghissimo. Se penso che dopo 24 anni stiamo ancora qua…”

 

“Nella soap opera ricopre il ruolo di Giulia Poggi, mamma di Angela e Nico, ex moglie di Renato, nonna amorevole e donna romantica. Nel corso degli anni abbiamo avuto modo di vedere tante sfaccettature del suo personaggio. In cosa si sente simile a lei? E cosa crede di averle dato di suo?”

“Beh, nella descrizione del personaggio definirla solo come nonna amorevole e donna romantica è decisamente riduttivo. Lei è “soprattutto” un assistente sociale in prima linea. Ha affrontato situazioni molto pericolose e difeso soprattutto le donne. POI è una donna romantica e infine “oggi”, anche una nonna amorevole!

Le tante sfaccettature del mio personaggio dipendono proprio dalla varietà delle sue attitudini nella vita. Sono simile a lei tanto quanto lei è diventata, negli anni, simili a me. Tranne il fatto che io non ho figli, anche se ho una grande famiglia (quattro nipoti e sette pronipoti). In comune abbiamo il senso dell’onestà. A lei ho dato la mia passionalità, che deriva dall’amore che ho per il mio lavoro.”

Una foto del cast di Un Posto al Sole quando tutto è iniziato

“Oramai siete come una grande famiglia. C’è qualcuno con cui ha legato in modo particolare?”

“Si, è vero. Siamo come una grande famiglia. All’inizio, quando ci siamo resi conto che saremmo stati insieme per tanto tempo abbiamo creduto che sarebbe stato molto difficile e invece il tempo ha rafforzato la nostra unione. Devo dire soprattutto, tra quelli che ci sono stati dall’inizio. E’ stato tutto molto avventuroso e nuovo. Ho legato con tutti, non posso dire di qualcuno in particolare. Naturalmente sono molto legata a Luca Turco che interpreta mio figlio. L’ho visto crescere, aveva nove anni. Fino a che non è diventato un piccolo uomo mi ha sempre chiamato mamma! Gli voglio molto bene.”

 

“Nell’ultimo periodo in Un Posto al Sole abbiamo visto l’arrivo di un nuovo personaggio: Bricca. Ci racconti un po’, com’è nata quest’idea di condividere la sua fedele amica anche con Giulia?”

“Beh, in realtà lei è stata sempre al mio fianco, da quando la presi 10 anni fa. Mi ha aspettato in camerino, accompagnata sul set  esterno, è sempre stata la mia ombra. L’idea è nata dal fatto che spesso la nostra produzione, che è sempre stata molto sensibile al tema degli animali e dei cani in particolare, ci permetteva di girare spot contro l’abbandono dei cani. A questo punto ho proposto loro di dare un segnale più forte. Di inserire un cane nel racconto. Soprattutto perché Bricca è una bastardina e non è giovane. Accoglierla nella nostra famiglia era un messaggio chiaro. Gli autori, anch’essi sensibili all’argomentato hanno così scritto il suo “personaggio”. Bricca è il suo vero nome, nato come mio nomignolo, da parte di alcuni amici napoletani.”

 

Leggi anche l’intervista a Patrizio Rispo —> Clicca Qui 

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