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Diminuisce il rischio di contagio. Uno studio lo dimostra

Lo studio: “Il coronavirus non si prende al supermercato”, il rischio di contagio diminuisce. Il virus si diffonde fra le persone che stanno vicine

Ritiro alimentare dal Ministero della Salute (Getty Images)

Meno ansia per tutti. Lo studio condotto nella provincia di Heinsberg, sostiene che non ci sono significativi rischi di essere contagiati andando a fare la spesa. L’indagine è stata condotta sulla popolazione di Heinsberg per ricostruire i meccanismi di contagio su un campione abbastanza vasto. “L’epidemia – ha spiegato il professor Streeck, uno dei maggiori esperti tedeschi, direttore dell’istituto di Virologia dell’Università di Bonn, alla rete televisiva lussemburghese Rtl – si diffonde quando le persone si trovano a distanza ravvicinata per un periodo di tempo abbastanza lungo”. 

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Come avviene realmente il contagio

Coronavirus Cina Wuhan la vita riprende lentamente (Getty Images)

In questo lungo periodo, che sembra non finire mai, gli esperti hanno diffuso informazioni riguardo al rischio di contagio. Ma qual è la verità? “Abbiamo raccolto campioni dalle maniglie delle porte, dai telefoni, dalle toilette, ma non è stato possibile coltivare il virus in laboratorio partendo dal materiale preso con quei tamponi“, spiega Streeck, che ritiene davvero minime le probabilità di trasmissione attraverso le superfici degli oggetti. “Per prendersi il virus in questo modo bisogna che qualcuno tossisca nella sua mano – continua l’esperto –  tocchi immediatamente il pomello di una porta e subito dopo qualcun altro dovrebbe afferrare lo stesso pomello e toccarsi la faccia”. Rimane fondamentale lavarsi le mani e seguire le norme di sicurezza raccomandate. 

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Lo studio di Heinsberg smentisce quello americano

I risultati di un altro studio condotto negli Stati Uniti affermano invece che il virus Sars-Cov-2 riuscirebbe a sopravvivere per un giorno sul cartone, per tre giorni sull’acciaio e per cinque giorni sulla plastica. Ma i ricercatori tedeschi smentirebbero l’ipotesi. Secondo l’Istituto Robert Koch (l’organismo governativo per la prevenzione delle malattie infettive) quei dati sono il risultato di test fatti in condizioni sperimentali e dunque poco rappresentativi di ciò che accade realmente nella vita quotidiana.

coronavirus (Getty Images)

Sappiamo con certezza che la saliva rimane il principale veicolo di trasmissione.

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