Pier Luigi Lopalco, epidemiologo, ha spiegato a ‘Medical Facts’:”È evidente la necessità che il lock-down debba allentarsi e che la Fase 2 si stia avvicinando”.
“Sulla base di quali informazioni – ha dichiarato Lopalco – il governo dovrebbe decidere di modificare le attuali misure di distanziamento sociale? Non possiamo aspettare che tutte le Regioni italiane arrivino a notificare in un tempo ragionevole zero casi. Aggiungo io: speriamo! Se infatti si arrivasse in breve tempo da qualche migliaio di notifiche a zero segnalazioni vorrebbe dire che il sistema di sorveglianza non funziona. Nello specifico del sistema di sorveglianza Covid-19 bisogna tenere bene a mente che quello che si notifica sono le segnalazioni dei tamponi positivi dei laboratori. Chi ha l’infezione da SARS-CoV-2, ma risulta negativo al tampone non viene segnalato. Chi ha una polmonite e non gli si fa il tampone non viene segnalato. Chi muore e non aveva fatto il tampone non viene segnalato. Capite bene dunque che anche ad avere zero casi notificati in un certo territorio non vuol dire certo che il virus non sia presente su quello stesso territorio. Come possiamo allora fidarci dei numeri? Ha senso fare curve, modelli, proiezioni, calcoli di R0 se ci basiamo su questi numeri? La risposta è sì ma bisogna essere consapevoli che il fattore di sottostima esiste, può essere importante e dare dunque a queste stime e modelli il giusto peso”.
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“In questo periodo – ha proseguito –, che precede la Fase 2, sarebbe necessario raccogliere informazioni dettagliate sulla capacità dei diversi territori di fare una sorveglianza epidemiologica. Solo allora saremmo sicuri che i dati rivenienti dal sistema di sorveglianza ci forniscono informazioni affidabili. Ad esempio, ecco degli indicatori che potrebbero servire allo scopo: Quanti tamponi per 1.000 abitanti si riesce a fare in una settimana? Quanti tamponi sul totale risultano positivi? Qual è la quota di casi di Covid-19 registrati dal sistema di sorveglianza di cui non si conosce l’origine?”.
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“Per decidere – ha concluso l’epidemiologo – quando avviare la Fase 2 non mi fiderei del valore di R, né tanto meno del numero di casi che tende a zero. Servirebbe che almeno qualcuno degli indicatori di cui sopra avesse un valore soddisfacente rispetto a uno standard”.
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