Gli autonomi iscritte alle rispettive casse pagano una tassa in più rispetto agli iscritti all’Inps. Si parla del 20%. L’associazione casse private protesta
Gli autonomi iscritti alle rispettive casse pagano una tassa in più rispetto agli scritti all’Inps. Si parla del 20%. L’associazione casse private protesta e chiede pari trattamento rispetto agli iscritti all’Inps: “Per ogni mille euro che potremmo destinare ai professionisti, saremmo costretti a trattenerne almeno 200 da rigirare allo Stato – afferma al Corriere della Sera con fermezza Alberto Oliveti presidente dell’Adepp, associazione della casse private. Siamo al paradosso di uno Stato che chiede una percentuale sugli aiuti che dovrebbe erogare lui stesso”. In sostanza chi riceve il bonus ed è iscritto all’Inps, non pagherà tasse sul quel contributo. E’ esentasse per loro. Le casse private chiedono lo stesso trattamento dell’Inps. Le associazioni denunciano il fatto che quei soldi corrispondono a contributi versati alle casse che già sono tassate.
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Bonus professionisti, gli esclusi
L’altro problema sollevato sono gli esclusi dal bonus. Si tratta di persone che sono iscritte a più di una cassa. In sostanza, l’associazione lamenta il fatto che chi è costretto a fare due lavori con casse differenti, è fuori dal bonus di 600 euro. Una soluzione che probabilmente sarà data dal decreto aprile. Non solo proteste, tuttavia, dall’associazione. Il presidente riconosce anche il merito al Governo di aver accettato una prima istanza riguardante i giovani che hanno iniziato l’attività nel 2019 o nel 2020.
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“Ringraziamo invece il ministero del Lavoro per aver preso posizione a favore dei giovani chiarendo che chi ha cominciato l’attività nel 2019 e nel 2020 può comunque ricevere l’indennizzo statale, anche se nel 2018 non aveva ancora un reddito professionale”.