La situazione sulla pandemia in Portogallo mostra numeri relativamente contenuti. Un giovane medico nostro connazionale spiega come è possibile questo.
Il Portogallo è riuscito sostanzialmente a far fronte senza numeri drammatici alla pandemia in corso da ormai due mesi nel mondo. Ed il merito è dei medici di base e del sostegno che è stato dato loro, come fa sapere un nostro connazionale che vive da quelle parti ormai dal 2009. Lui è il dottor Martino Gliozzi, 37 anni, coordinatore della Unidade de Saúde Familiar di Baixa di Lisbona. In una intervista concessa a huffingtonpost, Gliozzi fa sapere che l’organizzazione sanitaria vigente in Portogallo consente la possibilità di poter fornire assistenza a migliaia di pazienti, senza sforzi eccessivi per il sistema locale. Merito anche delle metodologie di lavoro applicate, con l’apporto di personale che non poche volte non supera i 35 anni di età. Ed è composto anche da psicologi ed assistenti sociali, delle figure molto importanti in qualunque situazione di emergenza.
LEGGI ANCHE –> Il virologo Crisanti insiste sui tamponi e dichiara: “4 Maggio acerbo per la totale riapertura”
Portogallo, epidemia contenuta grazie ad un ottimo modello organizzativo
I numeri riferiscono di poco meno di 22mila contagi e 762 vittime, con 917 guariti, a 21 aprile 2020. Il tutto con una curva di infetti alquanto piano e praticamente mai acuita. Permangono le misure di distanziamento sociale, ma non c’è lo stesso livello di preoccupazione che vige in Spagna, Italia o Stati Uniti. Il virus poi in Portogallo è giunto dopo ma le autorità locali non hanno sottovalutato i possibili rischi, facendosi trovare pronte. Il dottor Gliozzi aggiunge anche che le cure di base lì vengono affidate non ad un singolo medico ma a delle equipe. Le quali lavorano in autonomia ma in strutture statali, cosa che abbatte i costi di studio, segreteria e quant’altro, e fornisce maggiore elasticità. I medici dispongono di un database completo di tutti il oro pazienti, ai quali hanno inviato delle informative con tutte le misure necessarie da intraprendere.
LEGGI ANCHE –> Reddito di emergenza, svelata la cifra: parla il viceministro
“Qui medici di base mai soli, ci hanno sempre dato le mascherine”
“Il nostro centro è aperto dalle 08:00 alle 20:00 e svolgiamo visite a domicilio solo se urgenti, accertandoci accuratamente della cosa. Il resto lo facciamo da casa. Abbiamo saputo come separare i casi di contagio da quelli che non lo erano e questo ha arginato in maniera importante le infezioni. Ma c’è anche altro: in Portogallo non ci siamo mai dovuti preoccupare dei dispositivi di protezione. Non abbiamo dovuto cercarli noi. Ce li ha sempre forniti lo Stato”, afferma Gliozzi. Una problematica che invece in Italia è ancora presente, con molti professionisti del settore medico ed infermieristico invece direttamente esposti al rischio di ammalarsi.
LEGGI ANCHE –> Il monito del Ministro delle pari opportunità Bonetti: “Garantire le mascherine a scuola”
Per Gliozzi “la Lombardia è un caso significativo sotto questo aspetto, perché hanno degli ospedali d’eccellenza ma poi hanno abbandonato i medici di base. Ma in generale ho la sensazione che accada più o meno in tutta Italia”.