Il Comitato tecnico scientifico starebbe predisponendo un test da sottoporre ad un campione di 150 mila persone che dovrebbe aiutare a comprendere quali effetti ha avuto la quarantena sugli italiani.
Un test psicologico che dovrebbe studiare gli effetti della quarantena sugli italiani. Questo un ulteriore lavoro portato avanti dal Comitato tecnico scientifico e dalla task force di Vincenzo Colao che affiancano il Governo sul piano della ripartenza.
All’interno del questionario domande che dovrebbero vagliare eventuali ripercussioni a livello psicologico del lockdown e degli effetti sugli italiani del tempo trascorso in casa.
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Ad anticipare quello che potrebbero essere le modalità di somministrazione delle domande e di quali siano queste ultime ha provveduto la redazione de Il Messaggero. Il noto quotidiano ha riportato una breve possibile anteprima.
“Quante volte al giorno pensi a quanto durerà questo periodo?”; “Quante volte ti capita di trascorrere le tue ore in casa oziando?”, “Ritieni sia vero che tutto andrà bene?”. Grande considerazione rivolta ai social, considerando che alcuni dei possibili quesiti potrebbero riguardarne l’utilizzo durante il lockdown. Le domande verteranno maggiormente su come gli italiani abbiano impiegato il loro tempo nel periodo del “Io restato a casa”. Il fine ultimo, potrebbe essere quello di vagliare eventuali ripercussioni negative sulla psiche. In particolar modo, dei soggetti residente in zone catalogate come rosse, o dove si sono sviluppati i focolai dell’epidemia. Il riferimento, va ovviamente alle zone del Nord dove il coronavirus ha maggiormente dispiegato i suoi nefasti effetti.
Il questionario sarà sottoposto all’attenzione di un campione misto di circa 150mila soggetti. I partecipanti saranno selezionati in base all’età, sesso, ambito lavorativo e posizionamento geografico. Il test dovrebbe essere a risposta multipla, con le possibili canoniche risposte tipiche di questa tipologia di questionari.
Un possibile riverbero negativo della pandemia potrebbe essere anche quello dell’insorgenza di disturbi di natura mentale. Un recente studio pubblicato sulla rivista specializzata The Lancet, condotto da 42 esperti, avrebbe analizzato il fenomeno. All’interno della ricerca sono stati sottoposti al vaglio 8 fattori psicologici che potrebbero addirittura condurre ad un aumento dei sucidi.
Le forze messe in campo per mitigare gli effetti che potrebbe aver avuto il lockdown sono molteplici a partire dal supporto che potrebbero fornire professionisti come psicologi ed esperti del settore a chi maggiormente avrebbe risentito dello stop. Vale a dire disoccupati, soggetti licenziati, giovani non impegnati con la scuola o l’Università.
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Eventuali danni psicologici potrebbero trascinarsi a lungo e registrare il picco tempo dopo la fine della pandemia. Tuttavia le misure messe in campo dovrebbero risultare efficaci e determinare una grande attività di prevenzione.
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