Il coronavirus viaggia con il particolato: lo studio effettuato da Sima, ricercatori dell’Università di Bari, Bologna e Trieste, e Napoli “Federico II”
La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) annuncia che il coronavirus SARS-Cov-2 è stato ritrovato sul particolato (PM). La scoperta arriva grazie ad uno studio effettuato da Sima, ricercatori dell’Università di Bari, Bologna e Trieste, e Napoli “Federico II”. Già c’erano stati dei riferimenti in merito all’inquinamento ma non c’erano ancora conferme scientifiche a riguardo. Ora è arrivata la conferma studiando campioni di aria della provincia di Bergamo. “Questa prima prova apre la possibilità di testare la presenza del virus sul particolato atmosferico delle nostre città nei prossimi mesi. Sarà così indicatore per rilevare precocemente la ricomparsa del coronavirus e adottare adeguate misure preventive prima dell’inizio di una nuova epidemia”, afferma il professor Alessandro Miani, presidente della Sima che si è occupata dello studio.
Leggi anche > Aprile, l’analisi dei contagi: il 44% nelle Rsa
Il coronavirus viaggia nel particolato: l’indagine
I riferimenti della ricerca riguardano siti industriali della provincia di Bergamo. Questo potrebbe anche confermare il motivo per il quale la zona padana sia stata più colpita in tutta Europa dal coronavirus. Quest’area è da anni la zona più inquinata d’Europa, dove si incrociano traffici commerciali notevoli tra nord, sud est e ovest dell’Europa stessa. I campioni analizzati sono stati 34 per un periodo di tre settimane continuative. Il periodo di riferimento della ricerca va dal 21 febbraio al 13 marzo.
Leggi anche > Inquinamento e coronavirus, la ricerca del Cnr
Questa scoperta lancia anche degli interrogativi sulle riaperture, specie per le città ad alto livello di inquinamento. La stessa area padana, in particolare la Lombardia, non è ancora uscita dal momento difficile.