Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, ospite della trasmissione Mezz’ora in più, ha parlato della situazione economica e dalla fase 2 dell’emergenza da Covid-19.
Manca esattamente una settimana al 3 maggio, termine fissato per la fine delle misure di contenimento. Tutti si chiedono ancora, soprattutto le imprese, cosa accadrà dal prossimo 4 maggio quando dovrebbe terminare il lockdown ed iniziare la tanto attesa Fase 2. Ad oggi si è ancora nel campo delle ipotesi e non si hanno certezze sulla riapertura. In merito ha lanciato un messaggio al Governo, il presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi, ospite della trasmissione Mezz’ora in più in onda su Rai 3.
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“È da cinque settimane che io chiedo qual è il metodo per arrivare alla riapertura e non tanto la data della riapertura e ancora oggi non ho ancora avuto una risposta. Stiamo arrivando alla fatidica soglia del 4 maggio senza sapere ancora quale sarà il metodo“. Inizia così l’intervento in video collegamento alla trasmissione Mezz’ora in più del presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi. Il presidente ha poi proseguito affermando: “Credo che bisogna fare meno slogan, meno frasi fatte e dare risposte concrete alle esigenze delle persone“. Bonomi ha affermato, inoltre, che attualmente serve una grande coesione sociale, considerato il momento drammatico che sta vivendo l’Italia. Secondo il presidente di Confindustria, quella che si sta verificando in questo periodo è una crisi di livello mondiale che necessita un cambiamento per il Paese e le sue imprese, ma con una lealtà tra le parti “politica e rappresentanze sindacali e datoriali“.
Il problema attuale, secondo Bonomi, non è legato alla liquidità, ma a come viene speso il denaro: “Tutti pensano alla fase 2, ma nessuno sta valutando la fase 3, quella degli investimenti. Abbiamo necessità di comprare tempo e questa liquidità serve a comprarlo per arrivare alla fase 3, la fase dei grandi investimenti“. Bonomi ha poi spiegato di aspettarsi che almeno le imprese abbiano la capacità di rispondere agli accordi di sicurezza con fatti con Governo e sindacati e che possano riaprire in sicurezza perché “stiamo perdendo quote di mercato e molte imprese saranno fuori“.
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Infine Bonomi ha bocciato la proposta di Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, che aveva parlato di una possibile introduzione di bond sociali.
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