Violenze fisiche smisurate ad opera delle forze dell’ordine italiane diventano oggetto di cronaca nera celato dagli obiettivi delle istituzioni
La politica del lockdown è una necessità per tutti nel rispetto delle regole imposte dal decreto del premier Conte. Tuttavia è un argomento che deve essere trattato con più attenzione per alcuni soggetti che decidono di violare le prerogative imposte. Laddove alcune violazioni non possono tradursi nelle aule dei tribunali, allora la giustizia decide di convertirle utilizzando le maniere forti. Oggi i cittadini devono tanto al lavoro delle forze dell’ordine, ai loro rischi durante i momenti di pattugliamento per strada ai fini del rispetto della legge. Ma gli stessi cittadini devono complimentarsi prima con se stessi, se oggi l’incidenza della malattia sta subendo un importante indebolimento.
L’espressione di evasione dalle proprie case sfocia in una condizione di sacrificio estremo dettato dalla voglia di riconquistare i diritti di libertà perduta. Noi che nonostante tutto, ci preoccupiamo di andare incontro alla perdita dei nostri cari, oppure sentirci trasportati dall’esigenza di provvedere al sostentamento familiare.
Eppure vi sono circostanze dove i principi di libertà vengono soppressi e devastati. E’ il caso di alcune cronache giornalistiche dove le vittime sono persone che nel violare la quarantena diventano oggetto di soprusi delle forze dell’ordine.
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Tavolta le inaspettate situazioni legate alla perdita di controllo di alcune istituzioni, su tutte chi veste i panni delle forze dell’ordine, rappresentano un pericolo. Una fase degenerativa in una condizione salutare già precaria negli ospedali, in totale regime d’emergenza. Eppure in una condizione precaria di lesione dei diritti fondamentali, alcune pagine di cronaca nera si sono verificati su questo tema.
E’ giunta voce di una pagina cruda per una famiglia di Livorno pesantemente multata mentre accompagnava la figlia ad un controllo medico. Addirittura violenze fisiche non autorizzate nei confronti di un uomo di Genova, sceso di casa per andare a prendere la moglie infermiera in ospedale. Si parla dietro le quinte di atti di violenza delle istituzioni con pestaggi e manganellate in quel di Catania e Salerno, consumate nel silenzio generale.
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Nessuna denuncia passa tra le mani del cittadino nel recriminare le azioni subdole di alcune istituzioni nella sua posizione di indifeso. Misfatti nascosti agli occhi dei telespettatori o informatori che fanno preoccupare e non poco. Tutto ciò passa in secondo piano eppure rappresenta un colpo senza precedenti per la nostra democrazia.
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