In un campione di ghiaccio proveniente dall’Antartide nel 2009, ed oggi sciolto per essere studiato, alcuni ricercatori hanno rinvenuto dei pezzi di microplastiche. Il segnale di un drammatico fenomeno.
Neppure una delle lande più desolate del pianeta è stata risparmiata dall’inquinamento. Tramite uno studio effettuato su un campione prelevato nel 2009 in Antartide, alcuni studiosi hanno scoperto che nei suoi ghiacci vi sarebbero tracce di microplastiche. Ciò indica, dunque, l’impatto globale dell’inquinamento in ogni angolo del pianeta.
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Delle tracce di microplastiche all’interno di un campione di ghiaccio prelevato nel 2009 in Antartide confermano l’impatto globale dell’inquinamento sul pianeta. Questo quanto affermato dal team di ricercatori che ha scongelato dopo anni il materiale, decidendone di studiare la composizione. Al suo interno ben 14 polimeri, riporta la redazione di Tgcom24.
Il team dell’Istituto per gli studi marini e antartici in collaborazione con la Divisione antartica australiana, guidato da Anna Kelly, ha reso noti i dettagli della ricerca. Il gruppo aveva prelevato una porzione di ghiaccio dalla parte ad est dell’Antartide e lo aveva congelato per effettuarvici studi approfonditi. Solo ora, però, il campione è stato analizzato ed i risultati hanno consegnato il drammatico dato.
Lo studio è stato pubblicato, riporta la redazione di Tgcom24, sulla rivista Marine Pollution Bulletin. All’interno del ghiaccio sono state rinvenute ben 96 particelle di microplastica di 14 diversi tipi di polimeri. Tra questi figura anche il polietilene, impiegato per la realizzazione delle buste di plastica.
Una scoperta che ha sconvolto i biologi. Prima di oggi le uniche tracce di microplastiche in zone disabitate e deserte erano state rinvenute in Artide, precisamente in mare e mai al Polo Sud. Anna Kelly, riporta Tgcom24, avrebbe dichiarato che questo rinvenimento indica quanto l’inquinamento sia forte anche nelle aree più remote del pianeta.
La ricerca ha portato ad un’altra drammatica conclusione. Oltre a dimostrare l’impatto globale dell’inquinamento, fa emergere il rischio concreto per la fauna del Polo.
Per escludere eventuali contaminazioni provenienti dallo studio è stato utilizzato un complesso processo. Ciò ha richiesto un anno di lavoro da parte del team di ricercatori che si è tradotto in un meticoloso trattamento del campione. Il pezzo è stato sezionato, fuso, la sua acqua microfiltrata ed osservata al microscopio.
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Dall’analisi gli scienziati hanno poi cercato di risalire da dove provenissero i materiali. Ebbene, si sarebbe scoperto che con alta probabilità giungono dalle zone vicine. Trasportate dalle correnti, ad esempio, le microplastiche potrebbero aver minato l’Antartide.
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