Alcuni ricercatori cinesi hanno individuato 30 nuovi ceppi del virus in poco tempo: per gli scienziati scomparirà o diventerà come una semplice influenza.
Secondo una ricerca fatta da un gruppo di ricercatori cinesi dell’Università di Zhejiang su 11 pazienti, negli ultimi mesi il virus è mutato in 30 diversi ceppi. Alcuni dei più potenti avevano molti punti in comune con quelli in Europa, mentre i più deboli erano simili a quelli diffusi in alcune zone degli USA, come lo Stato di Washington. Ma le mutazioni del virus sono molte di più e ad affermarlo è lo studio della società islandese DeCode Genetics, che ha studiato gli effetti del virus su circa 15 mila persone, comprese le asintomatiche. Lo studio ha individuato 40 varianti del virus e oltre 400 mutazioni, nella maggior parte dei casi sono minime e non tali da dare vita a un nuovo ceppo. Gli scienziati pensano che il Covid-19 sia mutato per superare la resistenza del sistema immunitario in diverse popolazioni. Forse inizialmente colpiva senza effetti letali, in seguito è mutato per arrivare a essere più letale in Europa, in cui si ha attecchito dopo la Cina.
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Secondo il virologo dell’Università di Copenaghen, Allan Randrup Thomsen: “Quanto abbiamo osservato sui geni delle persone e del virus implica che la causa del Coronavirus diventerà più contagiosa ma meno grave. E come con l’influenza potremmo conviverci. In Lombardia c’è qualcosa che non capiamo. Si sono superati i morti della Cina in un’area più piccola e in un tempo più breve. Sta succedendo qualcosa di strano. C’è una aggressività virale che non ci spieghiamo. Le ipotesi possono essere tutte valide ma quella che va per la maggiore è che il virus sia mutato”. Giorgio Palù, professore emerito all’Università di Padova, presidente uscente della Società europea di virologia e consulente del governatore del Veneto, Luca Zaia, spiega: “Sono i segnali che il Coronavirus può diventare meno aggressivo e l’umanità riuscirà a conviverci, come succede con l’influenza e con i raffreddori”. Secondo Palù il virus sta diventando più umano e questo apre a due possibili strade: la prima è che si estingua da solo, come accaduto per la Sars. La seconda è che torni tra qualche mese, dopo essere passato in un altro continente, come l’Africa, come pensa con timore l’Oms, ma in forma meno aggressiva. “Succederà quello che è capitato con altri coronavirus zoonorici, che si sono adattati all’uomo, si diffondono per via aerea e tornano in inverno”.
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Per Pregliasco è un bene che ci siano state le mutazioni, perché vuol dire che “questo virus rientra tra quelli che hanno l’istinto alla sopravvivenza e alla diffusione. Per lui le mutazioni sono migliorative, nel senso che vuole diffondersi meglio e per farlo diventa meno aggressivo”.
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