La maggior parte dei bambini potrebbe essere asintomatica. I pediatri: “Potrebbero veicolare il virus, necessari i test”. Ancora tanti dubbi
Ancora molti interrogativi sul Covid-19. In particolare sui bambini. Uno su due è asintomatico. Inoltre bisogna far attenzione ai neonati e ad un ipotetico contagio madre-figlio. La trasmissione verticale del virus, cioè da mamma a bambino, non è stata provata. Non esistono evidenze che il contagio può avvenire tramite il latte materno. “Per le mamme sintomatiche o con sintomi lievi consigliamo quindi l’allattamento al seno. Poi è bene – spiega Fabio Mosca, direttore Neonatologia e Terapia intensiva neonatale, all’Irccs Ca’Granda ospedale maggiore policlinico di Milano – però tenere il bimbo a tre metri di distanza e utilizzare prodotti specifici per la disinfezione e il lavaggio delle mani”. In caso di neonato positivo, se resta asintomatico oppure ha poca febbre, a proteggerlo, è probabilmente la cosiddetta immunità innata.
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Bambini asintomatici, cosa dice lo studio
“Finora non abbiamo soggetti particolarmente gravi o critici – spiega Alberto Villani, direttore di Pediatria generale e Malattie infettive dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e presidente della Società italiana di Pediatria – I sintomi del Covid sono difficili da definire proprio perché sono prevalentemente lievi”. “La popolazione pediatrica non è stata studiata a fondo – dichiara il presidente della Simpe Giuseppe Mele – Di fatto, sappiamo che i bambini non hanno manifestazioni cliniche importanti, salvo qualche eccezione. Eppure, andare ad indagare l’incidenza del Covid potrebbe rappresentare la chiave di volta del problema: soprattutto nella fase di ripresa delle scuole – spiega – proprio per poter andare a spegnere i focolai in maniera mirata”.
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“Ad oggi tutti i soggetti sotto i 18 anni sembrano i meno colpiti dal contagio – spiega Paolo Biasci, presidente della Federazione italiana medici pediatri – dobbiamo capire però se questa minore evidenza è dovuta al fatto che ai bambini vengono effettuati meno tamponi, perché spesso poco sintomatici oppure perché la malattia dura pochi giorni”.