Nel piano programmatico per la ripartenza c’è anche la data per la riapertura per la fase 2 di bar e ristoranti. Ancora attesa ma dal 4 maggio c’è il sì al servizio di delivery
Ancora attesa anche per la ripartenza vera e propria di bar e ristoranti. Lo ha annunciato ieri sera il premier Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa in cui ha spiegato le linee programmatiche per la ripartenza dell’Italia. Lockdown allentato ma non troppo.
Dal 4 maggio di certo non si tornerà alla vita di prima ma le misure di restrizione cominceranno ad allargare le loro maglie. C’era molto attesa per la data della riapertura di bar e ristoranti, sia per gli addetti ai lavori che per i cittadini. C’è chi scalpita per bere l’inimitabile caffè del bar e chi non vede l’ora di mangiare una pizza appena sfornata seduto ad un tavolino di un ristorante.
Per tutto questo bisognerà purtroppo aspettare. La data stabilita dal Governo insieme al comitato tecnico scientifico per la riapertura di bar e ristoranti è quella del 1° giugno. Stessa cosa per centri estetici, barbieri e parrucchieri.
La Federazione italiana pubblici esercizi dal canto suo ha approvato un protocollo che stabilisce le misure per la prossima apertura di questi esercizi commerciali. Massimo rispetto delle regole di sicurezza con un metro di distanza tra i tavoli, porte di ingresso e uscita differenziate, preferenza dei pagamenti digitali al tavolo, pulizia e sanificazione.
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Fase 2: dal 4 maggio sì all’asporto, le modalità
Ma non tutto è perduto però per il settore della ristorazione e del food. Viene infatti confermata, a partire dal 4 maggio, la possibilità di fare ristorazione con la vendita da asporto oltre che di domicilio.
Si potrà ripartire dunque per bar e ristoranti ma con misure molto stringenti che non consentono il consumo delle pietanze all’interno del locale, né tantomeno al suo esterno. Nessuna possibilità di creare assembramenti, nel pieno rispetto delle distanze fra le persone.
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Per il ritiro del cibo d’asporto “si dovrà entrare uno alla volta – ha spiegato chiaramente ieri sera il premier Giuseppe Conte -, rispettando la fila, le distanze, con i dispositivi di protezione”. Si dunque ai meccanismi di delivery dando una boccata d’ossigeno all’universo di bar e ristoranti italiani ma con le giuste precauzioni.
Il nuovo decreto stabilisce che non c’è l’obbligo per i commercianti di dover consegnare a domicilio. Sarà possibile, infatti, anche ritirare direttamente al ristorante, alla pizzeria, alla pasticceria, alla gelateria e al bar quello che è stato ordinato.