Il professor Alberto Macis, Istituto di Medicina dello Sport della FMSI, si è espresso tempo addietro in merito alla circostanza per cui coloro che volevano effettuare attività fisica dovevano indossare la mascherina: per l’esperto è pericoloso.
Con un messaggio rivolto alla Nazione, il Premier Giuseppe Conte ha annunciato quelle che saranno le misure predisposte dal Governo per poter iniziare la cosiddetta Fase 2. Dal 4 maggio ci sarà un timido allentamento delle restrizioni e delle chiusure. Oltre alla ripartenza di alcune attività commerciali, le persone potranno uscire per andare a far visita ai propri cari. In ogni caso, però, ogni azione dovrà essere regolata dai meccanismi di prevenzione che sono il rispetto del distanziamento sociale, lavarsi le mani ed indossare la mascherina. L’utilizzo di quest’ultima sarebbe richiesta ad ogni singolo cittadino per compiere ogni qualsivoglia attività.
Sul punto si è espresso, in una passata intervista rilasciata all’Unione Sarda, il professor Alberto Macis, dell’Istituto di Medicina dello Sport della FMSI. L’esperto commentò la circostanza per cui anche gli sportivi, in forza di un’Ordinanza della Regione Sardegna, dovevano indossare la mascherina durante l’attività fisica rischiando di andare incontro a pericolose conseguenze.
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“Coprendo naso e bocca con la mascherina, allorquando ci si sottopone a sforzo, si respira una quantità maggiore di anidride carbonica. Ciò comporta il rischio per l’organismo di alcalosi e conseguentemente lo svenimento“. È questa, riporta l’Unione Sarda, la spiegazione fornita da Alberto Macis, Istituto di Medicina dello Sport della FMSI.
Una riflessione che nasceva all’esito di un’ordinanza emanata dal Presidente della Regione Sardegna Christian Solinas. Ed infatti, da un lato vi era stata un’apertura verso lo svolgimento dell’attività motoria individuale dall’altro era stato reso obbligatorio l’uso della mascherina. Una scelta giudicata come controproducente dagli esperti che rilevavano un alto rischio per l’atleta.
Il professor Alberto Macis ha ribadito la necessità di precisare un aspetto relativo all’utilizzo della mascherina quando si è in corsa o quando si pratica attività motoria. Le mascherine chirurgiche hanno lo scopo di proteggere gli altri dai cosiddetti droplet, ossia le gocce di respiro in grado di veicolare il virus da un soggetto ad un altro. Se si corre al mattino, affermava l’esperto stando a quanto riporta l’Unione Sarda, è difficile incontrare altri che pratichino attività fisica. A ciò poi, si aggiungerebbe il fatto che rispettando il distanziamento sociale non si corrono rischi.
Orbene, affermava il dottor Macis, la mascherina indossata nel corso di un test da sforzo che copre naso e bocca, fa respirare al soggetto una quantità maggiore di anidride carbonica. Ciò senza il rischio di pericolose conseguenze. Il rischio sarebbe quello di andare in alcalosi e rischiare lo svenimento.
Per ovviare al problema, il professor Alberto Macis nella sua passata intervista rilasciata all’Unione Sarda, ha fornito una serie di utili consigli. In primo luogo quello di praticare attività fisica in zone con verde ed alberi. Ciò in quanto si respirerebbe dell’aria sicuramente più pulita di quella di città.
L’esperto si espresse anche circa la possibilità che i ciclisti indossassero la mascherina. Altra circostanza da evitare. Peraltro, a suo avviso, proprio loro dovrebbero essere coloro i quali non avrebbero necessità di indossare il dispositivo. È evidente che chi pratica tale attività dovrà mantenere le distanze sociali. L’auspicio del professor Maci fu diretto: maggior collaborazione tra governo regionale e medicina sportiva.
È innegabile che, come tanti settori, anche quello dello sport ha avuto una brusca frenata d’arresto. Nessun preavviso, nessun tempo di razionalizzare. Il professor Macis ha ribadito che, con il lockdown, molte persone per le quali l’attività fisica era fondamentale si sono ritrovate a doverne fare a meno. Evidente il pregiudizio per la loro psiche ed il loro fisico. Già al tempo della sua intervista all’Unione Sarda, dieci giorni fa, l’esperto si auspicava quantomeno su base regionale che venisse effettuato un bilanciamento degli interessi: ossia quello della prevenzione e quello della salute. Ed aveva invocato a tal proposito anche un intervento mirato del Governo.
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Nella giornata di ieri c’è stata un’apertura. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha, infatti, rese note alcune linee guida per gli sportivi che dovranno essere seguite nel corso della Fase 2.
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