Renzi: “Perché vedersi con i parenti ma con gli amici no?

Matteo Renzi si è espresso a proposito del nuovo Dpcm, in particolare sulle visite consentite tra parenti ma vietate tra amici. Sullo stesso argomento ha detto la sua anche la senatrice Monica Cirinnà.

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Matteo Renzi (GettyImages)

Matteo Renzi ha rilasciato una dichiarazione a Tgcom24 sul nuovo Dpcm del governo, comunicato ieri dal premier Giuseppe Conte: “Possiamo andare a trovare i nostri parenti ma perché lo Stato decide il cugino sì è l’amico no? Chi è lo Stato per decidere se posso andare a trovare il cugino o il fratello? Ma perché un ragazzo di vent’anni non può andar a trovare la fidanzata e invece può andare a trovare suo zio”.

Sullo stesso argomento è intervenuta anche la senatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà: “Condivido la prudenza del Governo nella scelta di graduare le aperture. Non condivido però la scelta di limitare le visite in sicurezza ai soli congiunti perché non tiene conto della pluralità degli affetti. Esistono relazioni significative che vanno al di là dei legami giuridici e di sangue, e relazioni che attraversano i confini delle Regioni: penso innanzitutto alla situazione di molte famiglie separate, alla condizione delle coppie non conviventi o delle famiglie arcobaleno non riconosciute e anche ai tanti legami di affetto tra persone sole, che vengono ignorati dal decreto. Se si decide di venire incontro – continua la senatrice PD -, anche se limitatamente, a specifiche esigenze affettive, si deve farlo nel rispetto della pari dignità e dell’autodeterminazione delle persone. Le solitudini sono tante e non possono essere ignorate. Mi auguro che si intervenga presto a precisare, anche solo in via interpretativa, la portata del decreto approvato ieri sera, su questo specifico punto e ferme restando tutte le necessarie precauzioni. La ritengo una assoluta priorità e mi batterò per questo”.

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Non solo visite ai parenti, Salvini: “Fateci lavorare”

Matteo Salvini
Matteo Salvini (Getty Images)

Matteo Salvini con un diretta su Facebook sottolinea che “occorrono buon senso e coraggio, bisogna fidarsi degli italiani e farli tornare a sperare, guadagnare, camminare, lavorare, sognare. Lavoratori, imprenditori, artigiani, ristoratori, commercianti, precari, partite Iva e padri di famiglia non possono più aspettare. Tantissimi cittadini ci chiedono di organizzarci, non solo in rete, per farci vedere e sentire. Sicuri, con le mascherine, a distanza, pacifici e determinati, noi siamo pronti. Oltre al virus, fame e mancanza di libertà? Non lo possiamo permettere. Prima di tutto, l’Italia e gli italiani”, dice ancora. “Hanno creato 15 task force per arrivare a chiusure fino a maggio e forse al permesso di andare a trovare mamma e papà ma se abitano nella nostra città e previa autocertificazione. Possiamo dire basta? Dopo 47 giorni di reclusione diciamo basta, fateci uscire, e guadagnare e lavorare, e fare la nostra vita, certo mai come prima”. Il leader della Lega conclude: “Perché aprire a giugno molte attività? Al governo qualcuno ha capito che molte non riapriranno, se vanno avanti così?”.

La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “Un’altra lunga e confusa conferenza stampa di Conte per dirci che, in sostanza, la fase due è quasi identica alla fase uno. Agli italiani che mi stanno scrivendo per capirci qualcosa di più devo confessare che non ne so nulla. Conte decide da solo della vita e della libertà di ciascuno di noi. Quando avremo i testi cercheremo di capirci qualcosa di più. Intanto posso dire che non condivido minimamente la scelta di riaprire le attività produttive per settori e lasciare fermi per molte settimane interi comparti economici, esponendoli a una chiusura quasi certa. Il criterio doveva essere un altro: chi può garantire le norme anti-contagio e la sicurezza dei lavoratori deve poter riaprire. E lo Stato deve sanificare a spese sue. Invece no. Si decide che qualcuno non deve avere speranza. Ma perché un ristorante, o un bar, che riesce a garantire le distanze e i dispositivi di sicurezza non può aprire? Perché un centro estetico che ha le cabine per l’auto trattamento non può aprire? Perché un parrucchiere che può garantire il rapporto di uno a uno non può aprire? Perché una palestra che garantisce l’allenamento singolo non può aprire? E potrei fare molti altri esempi”.

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Giorgia meloni
Giorgia meloni in crescita (GettyImages)

“Perché, insomma, dobbiamo massacrare – conclude Meloni – interi settori che rischiano di non riaprire più? Per avere la possibilità di fare un’altra conferenza stampa alle otto di sera?”.

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