Un direttore sanitario, responsabile del Covid Hospital esprime solidarietà all’AIFA e afferma: “Virus sottovalutato, farmaci non efficaci anzi…”
Il Direttore sanitario dell’ospedale di Pantalla, adibito a Covid Hospital, Ugo Paliani spiega in un’intervista le difficoltà che hanno riscontrato alcuni medici nel considerare vulnerabile il nemico di fronte ad alcuni farmaci. “C’è stata una ricaduta nella sottostimazione del caso” – queste le sue parole di fronte ai rischi su alcune modalità di terapia anti-covid. La controindicazione lanciata dall’AIFA doveva suonare forte alle orecchie di alcuni esperti, invitati ad una profonda riflessione sull’accelerazione delle tempistiche.
Il medico si sofferma come alcuni rimedi farmaceutici potessero portare a tutta una serie di disturbi legati al fegato, al cuore o ai reni. I danni alle parti vitali dell’organismo potevano essere irreversibili portando il farmaco in associazione con l’antibiotico. Il rischio di aumentare gli effetti collaterali, favorendo la mortalità era alto per i pazienti che già soffrivano ad esempio di aritmie cardiache.
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Le raccomandazioni dell’AIFA hanno sottolineato l’inefficacia di alcuni antivirali considerati eroi mediatici nella corsa contro il coronavirus. Le delusioni incontrate lungo il percorso hanno portato ad una cruda realtà come ad esempio sul Remdesivir. La terapia di questo farmaco è acnora in fase di sperimentazione, ma a lungo andare sembra non abbia dato alcun beneficio. Un altro farmaco che all’inizio volava sulle ali dell’entusiasmo era il Caletra, maturato a lungo termine con effetti collaterali come la diarrea. L’interazione con il rilascio della clorochina l’ha trasformato in una sostanza tossica. I primi dubbi stanno sorgendo anche con il farmaco Tocilizumab: le idilliaci promesse fatte attorno a questo amico del’uomo sono ancora al vaglio di studi da approfondire. In gni caso potrebbero causare emorragie improvvise per cui si predica attenzione.
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Infine Paliani torna sui casi di pazienti affetti da Coronavirus, morti a causa di aritmie cardiache. “La cautela è d’obbligo” – afferma il Direttore sanitario. E’ necessario dunque controllare a dovere l’idrossiclorichina in ospedale e i pazienti ultrasessantenni con patologi cardiache pregresse. La sua iniziativa è quella di monitorare costantemente le loro condizioni con prelievi ed elettrocardiogrammi.
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