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L’allarme dell’infettivologo Bassetti: “Danni permanenti per alcuni guariti”

L’infettivologo Matteo Bassetti ha parlato, in un’intervista a Iene.it, della diffusione del coronavirus in Italia, dei possibili danni permanenti nei pazienti guariti e della Fase 2 che partirà il prossimo 4 maggio.

Matteo Bassetti (fonte Facebook)

Nei giorni scorsi, il Governo ha annunciato l’inizio della Fase 2 dell’emergenza coronavirus che partirà dal prossimo 4 maggio. Uno spiraglio di luce dopo oltre due mesi dall’inizio dell’epidemia che ha messo in crisi il Paese intero, tra i più colpiti al mondo. In merito ha parlato in un’intervista rilasciata a Iene.it Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e presidente della Società italiana di terapia anti-infettiva. Nel corso dell’intervista il professor Bassetti si è soffermato anche sulle possibili motivazioni che possono aver influito sulla diffusione del Covid-19 nel nostro Paese.

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L’infettivologo Bassetti: “In questa Fase 2 ci vorrebbe una cabina di regia unica per ogni Paese”

(Getty Images)

Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e presidente della Società italiana di terapia anti-infettiva, ha rilasciato un’intervista alla redazione Iene.it. Nell’occasione il professore ha parlato dell’emergenza coronavirus attivatasi nel nostro Paese. In primo luogo si è espresso in merito ai possibili effetti del virus sui pazienti. Matteo Bassetti sul punto ha affermato: “Il coronavirus ha un impatto molto forte sul fisico e potrebbe lasciare danni permanenti in alcuni guariti“. A ciò il professore aggiunge che al San Martino è stata organizzata un’equipe che analizzerà gli effetti a lungo termine del virus sui pazienti: “Per ora li conosciamo solo da 8 settimane. Penso, ma sono solo previsioni mentre stiamo studiando questa malattia, che chi ha avuto sintomi lievi o medi tornerà quello di prima. Magari dopo un po’ di tempo“. Il presidente della Società italiana di terapia anti-infettiva afferma che nei pazienti, delle volte, per alcune settimane sono stati registrati mancanza di gusto e olfatto o una stanchezzamostruosa“. Questo sarebbe dovuto al forte impatto del virus sul fisico anche nei soggetti più giovani che lo hanno contratto. “È come moltiplicare i postumi di un’influenza per due o tre volte” avrebbe aggiunto per far comprendere attraverso un esempio in modo puntuale i riverberi del virus.

Coronavirus, polmonite interstiziale e conseguenze permanenti

Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova ha precisa che gli effetti poc’anzi descritti non saranno simili per tutti. Il professore ha precisato che per alcuni soggetti anziani, i quali hanno avuto una polmonite interstiziale, le conseguenze sull’apparato respiratorio potrebbero essere permanenti. Di converso tale drammatica circostanza potrebbe non registrarsi in organi come cuore, reni, fegato e apparato digerente.

Fase 2, convivenza con il virus

Il focus dell’intervista si sposta sulla fase 2, quella della “convivenza” con il virus, che inizierà, come annunciato dal Governo, dal prossimo 4 maggio. Secondo l’infettivologo, essendo gli anziani le persone più colpite, bisognerà concentrarsi su questa fascia di popolazione attraverso orari differenziati per fare la spesa e per uscire e con ogni misura possibile. “Per la Fase 2 – prosegue il professor Bassetti- bisogna guardare anche a cosa stanno facendo gli altri in Europa. L’Italia è stata bravissima nel gestire l’emergenza sanitaria: tutti i malati in ospedale hanno avuto un posto letto e sono stati assistiti al meglio. Ora la Germania riparte, la Svizzera non si è quasi mai fermata, la Spagna sta riaprendo, la Francia sta per farlo. Quest’epidemia –riporta Iene.it-  ci ha insegnato come l’Europa debba essere ripensata anche dal punto di vista sanitario, ci vorrebbe una cabina di regia unica su questa Fase 2, mentre all’inizio ogni Paese è andato per la sua strada in maniera scomposta e scoordinata. Meglio ripartire anche noi, insieme e con buon senso“.

Coronavirus, perché si è diffuso nel nostro Paese

Il professor Bassetti ha chiuso la sua intervista per Iene.it soffermandosi sulle ragioni della diffusione del virus nel nostro Paese. In merito è stato puntuale, spiegando: “In Italia se qualcuno ha la febbre si vanta di andare al lavoro lo stesso, quando invece bisogna stare a casa con qualsiasi tipo di malattia. Inoltre mancano i distributori di sapone e la carta per asciugarsi in tantissime scuole, stazioni, bagni pubblici. Bisognerebbe –riporta Iene.it- ripartire investendo anche su materiali e cultura ‘epidemiologica’ per abbassare tutti i tipi di contagio. Dal punto di vista infettivologico siamo molto ‘ineducati’”.

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In sostanza, dunque, le “responsabilità” maggiori deriverebbero da un modo incauto di affrontare il virus da parte di alcuni cittadini. Circostanza aggravata dal fatto che spesso mancherebbero nei luoghi pubblici materiali igienizzanti, finanche il sapone. Ciò renderebbe impossibile mettere in atto una delle principali regole di prevenzione: lavarsi le mani.

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