Tra le attività produttive e commerciali autorizzate a riaprire dal 4 maggio ci sono i concessionari auto ma i clienti potranno andarci solo per le urgenze.
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri presentato lo scorso 26 aprile con le norme che sanciscono la Fase 2 della lotta al Covid-19 autorizza a riaprire una serie di attività produttive e commerciali, tra cui i concessionari e i rivenditori auto, con la possibilità di una preapertura già dal 27 aprile ma solo per predisporre le procedure e le protezioni. È stata una notizia molto attesa dagli operatori del settore, che già a marzo aveva segnato un drastico calo pari all’86 per cento di immatricolazioni in meno rispetto a un anno prima. Il mese di aprile sarà peggiore e le associazioni di categoria chiedono misure di supporto. Ma come è specificato per bene nel decreto, “le aziende possono riaprire ma i clienti o i potenziali clienti non avranno la facoltà di andarci liberamente. Anzi, gli spostamenti autorizzati saranno esclusivamente quelli “motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, cioè per motivi di salute, e si reputano necessari gli spostamenti per incontrare i congiunti”.
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I concessionari auto sono identificati con il codice 45
Nel Dpcm vengono individuate le attività autorizzate a riprendere il lavoro, identificate in base al codice Ateco, (codice che identifica il settore macro-economico e il tipo di attività di un’azienda). I concessionari e i rivenditori di auto sono identificati con il codice 45 (Commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli), codice menzionato nell’Allegato 3 del decreto che elenca i settori merceologici che possono riaprire.
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I concessionari auto che dispongono di un’officina hanno potuto proseguire il lavoro di assistenza tecnica anche nella fase più stringente della quarantena, per consentire la funzionalità dei veicoli di proprietà di comuni cittadini e di quelli dedicati al soccorso e alla gestione dell’emergenza.