È quanto stanno rilevando gli studiosi della Società italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica insieme ad alcune università italiane. Secondo gli studi che stanno conducendo il virus colpirebbe in bassissima percentuale chi soffre di queste patologie
Allergici ed asmatici potrebbero essere più forti contro il coronavirus. Questo è quello che sta emergendo dagli studi preliminari condotti dalla Società italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) insieme all’Università di Verona, di Padova e all’ospedale Poliambulanza di Brescia. Ancora non c’è nulla di certo ma i risultati preliminari fanno ben sperare. Le persone affette da queste patologie risulterebbero più forti di fronte al Covid-19. Per loro un rischio minore di contrarre l’infezione.
“Pubblicheremo i dati proprio a giorni – ha anticipato all’agenzia Dire Gianenrico Senna, presidente della SIAAIC e direttore dell’unità operativa di Allergologia dell’azienda ospedaliero – universitaria di Verona – si tratta ancora di risultati preliminari, ma per ora quello che ci suggeriscono è che allergici e asmatici molto raramente sono colpiti dal Covid-19”.
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La ricerca italiana che pone per il momento, anche se in modo non definitivo, gli asmatici e gli allergici, tra i soggetti meno a rischio per il contagio da coronavirus, confermerebbe lo studio già condotto negli Stati Uniti. Questo studio, non ancora del tutto esplicato, sarà pubblicato a breve sulla rivista ‘Journal of Allergy and Clinical Immunology’, una tra le riviste più importanti del settore.
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Gli studiosi italiani hanno spiegato come nelle corsie dei nostri ospedali la frequenza di persone allergiche o asmatiche colpite da coronavirus sia bassissima. Solo tra il 2% e il 3%, dei pazienti tra Brescia e Verona. “Queste percentuali sono decisamente inferiori rispetto a quelle della popolazione generale” ha spiegato Gianenrico Senna.
Come è possibile tutto questo? Per il momento gli studiosi non ne hanno ancora capito il motivo. Come già lo studio americano sottolinea però “una delle possibilità può essere che l’effetto dell’antifiammatorio, inteso come cortisonico locale assunto per via inalatoria – spiega Senna – possa in qualche modo eliminare nei pazienti asmatici l’infiammazione e dare un effetto positivo”.
Si tratterebbe di una risposta di tipo immunologico secondo gli studiosi che potrebbe fare da protezione contro il virus. Su tutto questo si sta ancora indagando ma quello che sicuramente che è assodato è che “sia in Cina sia in Italia la percentuale di persone asmatiche ricoverate per Covid-19 è inferiore rispetto a quella della popolazione generale” ha concluso Senna.
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