Il coronavirus colpisce anche le attività commerciali. Carlo Cracco pronto ad abbassare la saracinesca
L’incidenza del coronavirus ha messo in ginocchio un paese intero. Il precipitarsi della situazione non interessa solo l’ambito sanitario. A rimetterci la pelle sono anche le aziende nel settore dell’alimentazione. Le misure restrittive adottate dal governo mettono in allerta il cittadino su come affrontare la Fase 2 del contagio. Sarà inevitabile dunque la riduzione del tasso turistico in Italia. A risentirne come detto in precedenza sono anche alcune attività commerciali, pronte alla chiusura definitiva. Tra le delusioni esternate dai commercianti rientra anche quella del ristoratore Carlo Cracco.
Il proprietario del noto ristorante della Galleria Vittorio Emanuele II è impegnato attivamente nella campagna di distribuzione alimentare agli operai che hanno realizzato la costruzione dell’ospedale da campo alla Fiera di Milano. Ma il problema della mancata affluenza di persone per strada determina un continuum sullo stato di chiusura dell’attività di ristorazione anche nella Fase 2.
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La delusione di Carlo Cracco sulle direttive del governo
Carlo Cracco dunque esterna tutta la sua delusione contro le direttive del governo per non poter contare nel prossimo futuro sui clienti. Un’insoddisfazione comunque comprensiva di fronte alla priorità della salute delle persone. “Ma le condizioni di una ripresa dell’attività non ci sono e lo spazio di competenza mi impedisce di mettere il plexiglass” – queste le sue parole in un’intervista rilasciata a Rai Radio Uno.
Un altro problema di non poco conto è quello di dover affrontare la diminuzione dei coperti. Dunque il grattacapo da risolvere è quello di non poter lavorare in tutta sicurezza. Un’attenzione che interesserà inevitabilmente anche i suoi dipendenti, abituati ad un lavoro di squadra. Carlo Cracco si è sempre distinto come il cuoco che grazie alla gentilezza e l’eleganza riusciva ad attrirare l’attenzione della clientela. Oggi come tutti noi vive in uno stato di malinconia e malessere, ma nonostante tutto tira avanti.
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Tuttavia le mancanze denunciate alle istituzioni risuonano forte sulla perplessità di poter continuare a tenere aperto il suo locale nella lussuosa zona Duomo del centro milanese.