Del virus e del rapporto con la malattia ne parla Lorenzo D’Antiga, direttore della Pediatria dell’ospedale di Bergamo: “12 casi, abbiamo aspettato per non fare terrorismo”
Al tempo del coronavirus si verificano situazioni sempre più strane e difficili da gestire. È il caso della malattia di Kawasaki, un’infiammazione dei vasi sanguigni che può arrivare fino alle arterie del cuore per dilatarle. Una malattia non troppo diffusa e soprattutto che si presenta nei bambini molto piccoli, con età compresa tra i due ed i tre anni. Con l’emergenza Covid-19 sembra che il quadro generale stia cambiando. E non solo perché i casi aumentano ma anche perché colpisce bambini e anche ragazzi.
Lo ha raccontato al Fattoquotidiano.it Lorenzo D’Antiga, direttore della Pediatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Solitamente i casi di questa patologia sono tre all’anno ha specificato il medico ma nel giro di 15 giorni, a partire dal 14 aprile, i piccoli pazienti ricoverati sono aumentati notevolmente.
Addirittura dieci, tra cui un 15enne. Tra questi anche chi ha bisogno di cure intensive. Un percentuale alta, “trenta volte l’incidenza” spiega D’Antiga che ha puntualizzato come questa caratteristica dell’età è “associata al coronavirus, sono bambini più grandi”.
Una stretta correlazione dunque tra Coid-19 e la malattia? Potrebbe ma per il momento si mantiene il riserbo e si aspettano studi più specifici.
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Virus e la malattia di Kawasaki, le specifiche
Su questa correlazione tra coronavirus e malattia di Kawasaki non ci sono ancora evidenze e studi certi ma l’aumento degli ultimi giorni preoccupa soprattutto per il fatto che ci sia anche un cambiamento nell’età. “Meccanismi ipotetici sul perché non li farei – puntualizza Lorenzo D’Antiga- Nessun può rispondere a questo in questo momento”.
Non mancano però le rassicurazioni sui pazienti ch, come il pediatra spiega, sono tutti guariti in circa 15 giorni. Sono stati attaccati da una forma più grave della malattia, “ma la terapia standard per fortuna funziona”. Per fortuna quasi tutti senza danni al cuore. Solo in due casi una dilatazione delle coronarie da tenere sotto controllo ha ammesso il pediatra.
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Anche in Gran Bretagna si sono verificati dei casi simili e si stanno iniziando a studiare. “Ma tutti i paesi in cui il coronavirus si è diffuso stanno cominciando a vedere questi casi” ha annunciato Lorenzo D’Antiga che non ha nascosto che anche in altre zone d’Italia ci sono altri casi come Genova e Padova. In Italia, però, “a Bergamo la malattia si è manifestata di più”
Quale la correlazione dunque con il coronavirus? Solo un bambino su 10 è stato trovato positivo. Come mai questo aumento allora? “La malattia si conosce da 50 anni e si è sempre ipotizzato che fosse provocata da un virus che attiva il sistema immunitario – ha spiegato il pediatra di Bergamo – È il sistema immunitario che causa i danni alle arterie di piccolo calibro causando la vasculite”. Questo fino ad oggi.
“Era stato già ipotizzato in passato che uno dei virus della famiglia dei coronavirus potesse essere responsabile di questa malattia ma non era mai stato confermato”. Nulla di certo per il momento però ma si attendono studi più approfonditi.