Il virologo Robert Gallo è convinto di poter sconfiggere il coronavirus con un vaccino speciale. Ma c’è chi è in disaccordo sull’argomento
Il noto biologo statunitense Robert Gallo è una chioccia rara nel panorama medico internazionale. Il virologo ha dato una svolta alla sua carriera da professionista dopo aver partecipato attivamente alla campagna di ricerca del vaccino HIV di tipo 1. Le sue competenze in materia hanno avuto la mediazione di menti sagge come quella di Françoise Barré-Sinoussi e di Luc Montagnier, premio nobel per la Medicina del 2008. Oggi il luminare americano è in prima linea nel suo istituto di ricerca biologica nel Maryland per trovare una soluzione al contenimento del coronavirus.
Il comandante delle ricerche sull’Aids e HIV non è convinto che si possa trovare una soluzione già nel prossimo futuro. Ma la fame di approfondimento di Robert Gallo lo sta portando a scoprire qualcosa di più di una semplice sperimentazione.
Negli ultimi giorni della sua campagna, Gallo si è detto abbastanza convinto che la sua ricerca dia una protezione abbastanza efficace da tenere a bada il nemico per alcuni mesi. La principale arma di ambientamento del virus è l’elevata trasmissione negli uomini. A fermare l’impeto e i suoi arnesi da combattimento sarà proprio un vaccino al quale sta lavorando duramente per renderlo disponibile nel più breve tempo possibile. L’oggetto di studio di Robert Gallo sorprenderà tutti e funzionerà alla grande, “su questo sono così certo da giocarmi la carriera”.
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Il vaccino studiato da Robert Gallo. Ma c’è già chi alimenta i dubbi
Il materiale di studio di Robert Gallo, il cofondatore del Global Virus Network, rete internazionale di istituti di ricerca scientifica sul comportamento dei virus ha un oggetto ben preciso. Il vaccino a cui allude il nostro virologo è quello utilizzato contro la poliomielite. Detta anche paralisi infantile, essa è causata da poliovirus che si trasmette tramite il contatto con mani sporche e acque contaminate. La sua contagiosità è misteriosa e silente, ma chi la contrae è conseguenza di una paralisi dolorosa interessante braccia e gambe.
Il vaccino contro questa malattia è stato come un fulmine a ciel sereno negli anni ’80 quando era abbastanza comune l’ipotesi per un bambino di svegliarsi il giorno dopo completamente paralizzato. Questo perchè non esisteva una cura farmaceutica per la poliomielite e dunque si è dovuto attendere l’espletamento del vaccino.
Questa soluzione proiettata alla situazione sanitaria attuale avrebbe effetti sorprendenti ed efficaci per Robert Gallo. Ma il funzionamento del “metodo polio” è stato subito oggetto di ironia di un blogger italiano: Paolo Becchi.
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Il filosofo contrariato alla sperimentazione di Gallo ha ironizzato sull’argomento in un’intervista a la Repubblica. “Non c’è un vaccino per il coronavirus? Ma sì, utilizziamone uno a caso” smorzando sul nascere gli entusiasmi degli addetti.