La fase 2 è alle porte con i primi alleggerimenti. Parla lo psicologo: “Ora l’emergenza è mentale. Molti già temono di uscire”
L’emergenza coronavirus è pronta a passare ad una fase successiva, quella definita “2”. Si alleggeriscono gradualmente i restringimenti sociali man mano che la scomparsa definitiva del virus appare vicina. Tuttavia, il ritorno graduale alla normalità non è facile. Fase 2 significa iniziare a convivere con un nemico che esiste ancora, non è sconfitto. C’è chi non è sereno, non si sente pronto ad affrontare la vita sapendo che il virus, il mostro, sia ancora una minaccia. E’ una problematica affermata anche da un esperto, uno psicologo, che si è concesso al Corriere della Sera. Parliamo del professor Mauro Maldonato che insegna Psicologia clinica al dipartimento di neuroscienze della Federico II di Napoli.
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Parla lo psicologo: Emozioni danneggiate
Il professore apre subito il discorso sulla questione mentale e le conseguenze della quarantena forzata dovuta alla pandemia: “Il problema della salute mentale diventa oggi un problema politico. La pandemia ha frantumato la rappresentazione di noi stessi nel mondo: sulla crosta del reale si è aperta una voragine angosciosa che rischia di inghiottirci. C’è un’emergenza sanitaria che resiste e ce n’è anche una psicopatologica importante”. Il professore si sofferma poi su ciò che va fatto per evitare la paura di uscire, non solo perchè esiste ancora un virus che può colpire.
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“Noi, e nei giovani soprattutto, c’è una riserva emotiva enorme. Bisogna riattivarla e addestrala. Dobbiamo trasformare la claustrofobia in claustrofilia. Ci serve tempo per riparare le emozioni danneggiate, analizzare la rabbia e utilizzarla”.