Serie A, arriva l’allarme sul campionato italiano e sulle necessità della ripresa: il calcio potrebbe non riprendersi in caso di mancata ripartenza
Il dibattito nei prossimi giorni si prospetta arroventato, su parecchi temi, tra cui quello della ripartenza del campionato di calcio. Non è stato dato il via libera per gli allenamenti dei calciatori, nemmeno su base individuale, per il 4 maggio, giorno dell’avvio della Fase 2. La Federcalcio punta a ottenere il nulla osta per il 18 maggio, tramite l’approvazione delle modifiche al protocollo di sicurezza elaborato dal comitato tecnico scientifico. L’impressione è che quella possa essere la data limite per il ritorno al lavoro degli atleti, per riprendere il campionato entro la metà di giugno e concluderlo entro i primi di agosto. Diversamente, la conclusione regolare della stagione sarebbe fortemente a rischio.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Serie A, il premier Conte contro il ministro Spadafora
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Coronavirus, l’Uefa ci ripensa: spuntano nuove date per il calcio
Serie A, parla il presidente Figc Gravina: “No al blocco totale”
Dello scenario peggiore, ha parlato ieri ancora una volta il presidente Figc Gabriele Gravina. Nel corso di un meeting online, ha affermato: “Non firmerò mai per il blocco totale delle competizioni. Sarebbe la morte del calcio italiano. Lo farei solo di fronte a condizioni oggettive di mancata sicurezza, ma chi di dovere dovrà dirmelo chiaramente”.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Serie A, il campionato di calcio ‘gelato’: l’annuncio di Sileri
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Il ministro Spadafora: “Sentiero per la ripartenza del calcio sempre più stretto”
Gravina ha spiegato: “Giocando a porte chiuse il sistema perderebbe già 300 milioni, le perdite arriverebbero a 700 o 800 milioni in caso di stop definitivo della stagione. Sarebbe un saldo negativo insostenibile per tutti, portando al collasso totale”.