Arriva la protesta, l rider: “Noi, sfruttati anche al tempo del coronavirus e privi di diritti.I n 2 anni ho cambiato 3 motorini, i nostri guadagni ridotti”
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In tempo di coronavirus c’è chi lavora, è costretto a farlo e non sono soltanto i sanitari. Sul fronte anche tante altre categorie dal settore dell’alimentazione, ai trasporti. Spesso, non tutti coloro che in questo momento rischiano hanno gli stessi diritti. Restano le divergenze e le situazioni di sfruttamento e lavorare in questo modo pesa ancor di più in questo momento delicato. “Il Primo Maggio è una festa paradosso per noi. In questa giornata siamo costretti a lavorare molto più degli altri. Lo facciamo senza diritti, senza certezze. È un giorno che ci ricorda quanto siamo lontani dalla battaglia per conquistare i diritti come tutti”.
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Rider, arriva la protesta in varie città italiane
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A parlare a Repubblica è Mario Mazza 33 anni, è un rider e si prepara al lavoro extra di oggi. “Quando gli altri stanno a casa noi lavoriamo sempre di più – afferma – ci siamo abituati ma quest’anno è diverso, è più difficile per tutti, anche per noi”. Il peso dell’emergenza si sente ed è chiaro che l’assenza di diritti si fa ancor più fastidiosa quando si rischia di più, per la propria salute. I Rider guadagnano 2 euro e 50 ai 5 euro lordi all’ora. Inoltre, al guadagno annuo vanno sottratte le spese come assicurazione,riparazioni, benzina e usura dei motorini.
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Per queste ragioni nella giornata di ieri è stata lanciata una campagna a favore dei rider dalla Cigl. Coinvolte varie città italiane. Il tema è la sicurezza e la salute in primis, ma anche tutte le tutele negate a questa categoria.