È raddoppiato il numero di persone che per la prima volta si sono rivolte ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas rispetto al periodo di pre-pandemia Covid-19.
Da una prima rilevazione a livello nazionale sui nuovi poveri fatta dal 9 al 24 aprile, la Caritas ha appurato vari fattori: è cresciuta la richiesta di beni di prima necessità, cibo e pasti a domicilio, empori solidali, mense, vestiario e anche la domanda di aiuti economici per il pagamento delle bollette, degli affitti e delle spese per la gestione della casa. Inoltre è aumentato il bisogno di ascolto, sostegno psicologico, di compagnia e di orientamento per le pratiche burocratiche legate alle misure di sostegno e di lavoro. L’organizzazione fa sapere: “42 tra volontari e operatori sono stati contagiati dal Coronavirus, in 22 Caritas diocesane e in 9 Caritas ci sono state 10 morti. È confortante però il coinvolgimento della comunità e l’attivazione solidale che nel 76,2% delle Caritas ha riguardato enti pubblici, enti privati o terzo settore, parrocchie, gruppi di volontariato e singoli”.
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Caritas: “Papa Francesco ha donato 100 mila euro”
“Le iniziative sono state e sono tante a livello nazionale – continua la Caritas -, a partire da Papa Francesco che ha donato 100 mila euro per un primo grande soccorso in quest’emergenza. La Conferenza Episcopale Italiana ha messo a disposizione un contributo di 10 milioni di euro dai fondi dell’8 per mille che le persone destinano alla Chiesa cattolica. A tutto questo si aggiunge la risposta alla campagna Caritas ‘Emergenza coronavirus: la concretezza della carità’, che ha raccolto più di 1,9 milioni di euro con 3.760 offerte. Oltre alle donazioni di singole persone, si registrano anche quelle di aziende, imprese, comunità, parrocchie e altre Caritas nazionali”.
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Il monitoraggio fatto conferma che nel 59,4% delle Caritas italiane sono aumentati i volontari under 34, impegnati nelle attività e nei servizi, che hanno permesso di reggere il calo degli over 65 che sono rimasti inattivi per precauzione.