Rivelazioni su autopsie: la polmonite non sarebbe la patologia principale. La circolazione sanguigna è quella che veramente preoccupa
Il covid-19 ha provocato la morte di molte persone. Dai più anziani ai più giovani, non ha risparmiato proprio nessuno. Ma le sorprese non sono ancora finite. La virologa Gismondo ha riportato al Fatto Quotidiano una notizia davvero sconvolgente che riguarda le autopsie dei cadaveri. Sembrerebbe che il coronavirus vada ad intaccare la circolazione sanguigna portando così alla formazioni di trombi. Quindi la polmonite è soltanto una conseguenza e non il principale meccanismo patogeno. Già il dottor Palma, cardiologo di Salerno, aveva avanzato questa ipotesi, ma subito era stato zittito da esperti sempre più spesso presenti in programmi televisivi. Secondo Palma il coronavirus colpisce in particolar modo i vasi sanguigni, impedendo in questa maniera la corretta circolazione del sangue.
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Cosa rivelano le autopsie dei cadaveri
I primi morti, tralasciando le malattie già esistenti di cui soffrivano, sarebbero stati vittime anche di diagnosi iniziali errate. Il coronavirus è una malattia infiammatoria vascolare sistemica. A causa del Covid-19 il sangue non riesce quindi a circolare nell’organismo e a raggiungere i polmoni che per questo motivo non riescono a ventilare, nonostante la quantità di ossigeno immesso meccanicamente dall’esterno. I respiratori, tanto ricercati perché difficilmente reperibili fino a poche settimane fa, avrebbero anzi peggiorato la situazione già molto grave.
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Cadono così tutte le certezze. Si continua a sperimentare e cercare nuove ipotesi. A quanto pare uno studio certo tarda ad arrivare, le carte da giocare sono di nuovo tutte in tavola. La scoperta rivoluzionaria italiana sembra aver convinto anche gli Stati Uniti.