Le opinioni dei virologi italiani in merito all’epidemia sono discordanti: per alcuni il peggio è passato per altri, invece, il virus non ha perso la sua forza. Qual è l’attuale quadro?
Non sono unanimi le opinioni dei virologi in merito all’attuale situazione dell’epidemia ed a quello che sarà il futuro più prossimo. Le considerazioni degli esperti più illustri differiscono, talvolta sono opinioni diametralmente opposte. C’è chi afferma che ormai il peggio è passato, che il virus è agli sgoccioli. Di converso vi è chi ritiene che si è ancora lontani dall’aver risolto il problema.
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Le opinioni dei virologi sull’epidemia da Covid-19 divergono: tutti gli scenari
La virologia italiana si spacca, ma non a metà. Le opinioni degli esperti, infatti, in merito al Covid-19 prendono tutte direzioni differenti. Una difformità eclatante dei giudizi che non consente, al momento, di avere un quadro ben chiaro di quale sarà il prossimo ed immediato futuro del Paese. Di seguito si analizzeranno tutti i pareri finora resi dalle menti più illustri della virologia italiana.
Matteo Bassetti: tra metà maggio ed inizio giugno sarà tutto finito
Puro ottimismo, in merito all’epidemia, quello espresso da Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive presso l’ospedale San Martino di Genova. Intervistato dal quotidiano Libero avrebbe affermato che si è vicini ad una positiva svolta. Tra metà maggio ed inizio giugno, avrebbe affermato, il Covid-19 sarà domato. Il noto virologo invita a non abbassare la guardia, ma praticamente l’epidemia sarebbe agli sgoccioli. Le previsioni del comitato tecnico-scientifico, che parlavano di 151 mila ricoverati in terapia intensiva se si fosse riaperto tutto adesso in Fase 2, sarebbero eccessive.
Fabrizio Pregliasco: usare i piedi di piombo
Per Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs di Milano, la situazione sarebbe ben diversa. Raggiunto dai microfoni di Rai Radio Due avrebbe affermato che l’Italia non si è ancora lasciata alle spalle la tempesta e che in questo momento bisogna procedere con i piedi di piombo. A suo avviso, diversamente da quanto ritenuto dai propri colleghi, il virus non sarebbe mutato, ma anzi starebbe mostrando nuovi sintomi e danni sistemici. Peraltro, pare, che i soggetti colpiti dal virus continuino a risultare positivi anche dopo un mese dal termine dei loro sintomi.
Gianni Rezza: l’Italia non è ancora uscita dall’epidemia
Più in linea con le dichiarazioni del porfessor Pregliasco, Gianni Rezza direttore del dipartimento Malattie infettive dell’istituto superiore di Sanità. Il noto virologo avrebbe dichiarato in un’intervista a Il Corriere della Sera, che l’Italia non è ancora uscita dall’epidemia. Ciò deve far riflettere i cittadini affinchè non pongano in essere comportamenti poco prudenti. Diversamente si ripiomberà nello stato di emergenza dell’inizio di marzo ed il Governo sarà costretto ad imporre un nuovo lockdown. Il professor Rezza, proprio in merito a questa ipotesi, si dice particolarmente preoccupato. Una seconda chiusura totale a suo avviso potrebbe avere effetti devastanti sul Paese. Nessun ottimismo, conclude, senza un vaccino e con il virus ancora tra noi.
Guido Silvestri: serenità più che smodato ottimismo
Guido Silvestri, noto virologo e docente della Emory University di Atlanta, si dice sereno. Lo scenario a suo avviso è meno drammatico rispetto a quello prospettato dal professor Rezza. I numeri, a suo avviso, parlerebbero chiaro. La diminuzione dei casi, così come i ricoveri ospedalieri sono un indicatore determinante della ritirata del virus. Stando a quanto scritto sul proprio profilo Facebook, Silvestri riporrebbe grande fiducia nel caldo in quanto le alte temperature renderebbero instabili i cosiddetti droplets che veicolano il virus. Una condizione che peraltro potrebbe indebolire il virus.
La normalità è vicina, non ci sarebbero dubbi, ma il momento è delicato e va gestito con il massimo della serietà e del rigore. Niente facilonerie di sorta. Diversamente il rischio è quello di ripiombare nuovamente nel vortice dell’epidemia.
Pier Luigi Lopalco: i flussi umani aumentano il rischio
Pragmatico il giudizio di Pier Luigi Lopalco, responsabile Coordinamento Regionale Emergenze Epidemiologiche Puglia. Il fidato esperto del Governatore Emiliano avrebbe affermato che analizzando i dati è improbabile un nuovo picco di contagi ed un ritorno in fase emergenziale, tuttavia questa è una circostanza che potrebbe verificarsi se si considera che i flussi umani, aveva dichiarato all’Adnkronos, aumentano per logica il rischio.
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Le opinioni, dunque, sono più che discordanti. Chi crede che il virus è ancora molto attivo, chi invece che ormai sia agli sgoccioli. Tuttavia una cosa è certa, e sul punto i pareri sembrano unanimi. In questa fase 2 non bisogna abbassare la guardia.
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