Serie A, il futuro del campionato non interessa soltanto ai calciatori e agli spettatori: ben 50mila posti di lavoro in bilico se si ferma tutto
Resta in bilico il destino della stagione calcistica, in Italia e non solo. Si attendono indicazioni da parte dei governi sul ritorno in campo degli atleti, per ora c’è stata la ripresa degli allenamenti individuali ma non si sa ancora se si potrà effettivamente tornare a giocare. L’obiettivo sarebbe provare a ricominciare entro la seconda metà di giugno per concludere l’annata ai primi di agosto. Il primo torneo a riprendere sembrava potesse essere la Bundesliga, ma anche in Germania c’è stata la frenata da parte della Merkel. Per il via libera del comitato tecnico e scientifico bisogna ancora attendere. E l’Italia, ovviamente, segue a ruota.
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Serie A, tutte le categorie a rischio senza ripresa
La ripresa della Serie A sarebbe fondamentale da un punto di vista psicologico, per riportare un pizzico di normalità nel paese e per non far collassare economicamente il sistema. Ma la problematica non riguarda solo i milioni degli ingaggi dei giocatori e dei diritti tv. Il calcio, in Italia, è la terza azienda per indotto e da’ lavoro a molti altri, tra addetti ai lavori e profili secondari.
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Si stima in particolare, secondo la ‘Gazzetta dello Sport’, che gli operatori di settore, tra dipendenti a vario titolo dei club, e compresi quelli dell’informazione, a rischio in caso di stop sarebbero ben 50mila. Una cifra elevatissima che chiarisce come non si tratti solo di un gioco, tutt’altro.