Secondo gli ultimi studi, alcune manifestazioni cutanee sono correlate all’insorgenza dell’infezione da Covid-19 e potrebbero essere anche un campanello di allarme per quei soggetti asintomatici o con sintomi lievi
“Esiste un forte nesso tra Covid-19 e dermatologia che è allo studio della comunità scientifica mondiale”. Con queste parole la professoressa Gabriella Fabbrocini, direttrice dell’Unità operativa complessa di Dermatologia dell’Azienda Ospedaliera universitaria Federico II di Napoli spiega il legame che potrebbe esserci tra il coronavirus e alcune irritazioni della pelle.
La studiosa ha spiegato che nelle ultime settimane, studiando i pazienti ammalati di Covid-19, si è assistito “alla frequente comparsa di manifestazioni cutanee” che potrebbero essere correlate all’infezione da coronavirus SARS-CoV2.
Alcune manifestazioni della pelle come geloni, eruzioni vescicolari, lesioni vasculitiche e molti altri possono insorgere con la malattia. Lo confermano alcuni studi recenti che evidenziano come l’insorgenza di queste manifestazioni dermatologiche anomale avviene in pazienti sintomatici o paucisintomatici. In alcuni casi anche in quelli asintomatici.
I pazienti sui quali queste manifestazioni insorgono “non rientrano in un quadro clinico chiaro – ha spiegato la Fabbrocini – e per i quali è verosimile pensare che ci sia un collegamento con l’infezione da Covid-19”.
Tali pazienti ad oggi però non vengono sottoposti né ai tampone e né ai test sierologici, ha detto la professoressa, perché “non rientrano nella sintomatologia standard per la quale è prevista tale indagine diagnostica”.
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Secondo gli studi portati avanti le irritazioni della pelle possono rappresentare un buon campanello di allarme per la comparsa dell’infezione. Questo soprattutto nei pazienti asintomatici o che non presentano ancora problemi respiratori.
Un aspetto importante che permetterebbe di individuare prima e subito i nuovi casi evitando lo scoppio di altri focolai. “Il dermatologo può essere a tutti gli effetti – ha spiegato Gabriella Fabbrocini – un medico sentinella nella task force sanitaria della fase 2“.
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I sintomi cutanei in questione somigliano a delle vesciche da varicella, o lesioni da orticaria, rash eritematosi, reazioni morbilliformi e lesioni acroposte (su mani piedi e volto). Lo ha detto a chiare lettere la professoressa specificando che questi sintomi compaiono in circa il 20% dei pazienti affetti da Covid-19.
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Da alcune settimane si sta lavorando ad uno studio multicentrico nazionale che ha l’obiettivo di creare un registro per la segnalazione di tutti i casi di pazienti adulti Covid-19 che presentano manifestazioni cutanee.
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