Salvatore Parolisi, l’uomo condannato a 20 anni di carcere per l’omicidio della moglie Melania Rea, avendo scontato quasi metà della pena potrà richiedere di usufruire di permessi premio.
Nel corso della puntata andata in onda ieri sera, Chi l’ha Visto? è tornata sul caso Melania Rea, la mamma 29enne uccisa nell’aprile del 2011 in provincia di Teramo. Per il delitto è stato condannato in via definitiva a 20 anni di reclusione il marito della donna, Salvatore Parolisi. L’ex caporal maggiore dell’esercito, detenuto nel carcere di Bollate, ha scontato quasi metà della pena e adesso potrebbe tornare ad uscire dal penitenziario usufruendo di permessi premio. A Chi l’ha Visto? hanno parlato in merito l’avvocato di Parolisi Nicodemo Gentile ed il fratello di Melania.
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“Salvatore Parolisi ha scontato quasi metà della pena ed ha maturato le condizioni tecniche per poter richiedere dei permessi premio. Ovviamente per usufruirne è necessario il placet del direttore di carcere e vengono concessi dal magistrato di sorveglianza“. Queste le parole di Nicodemo Gentile, l’avvocato di Parolisi, l’ex militare condannato a 20 anni di reclusione per l’omicidio della moglie, Melania Rea.
Il legale, le cui dichiarazioni sono andate in onda durante la puntata di ieri, mercoledì 6 maggio, di Chi l’ha Visto? ha poi aggiunto che l’ultima volta che ha incontrato il suo assistito quest’ultimo non aveva ancora fatto richiesta, ma sicuramente ne potrà usufruire. A queste parole ha risposto l’avvocato della famiglia Rea Mauro Gionni che ha affermato: “Speriamo che questo non comporti il fatto che la famiglia Rea possa ritrovarselo sulla porta di casa. Questo perché c’è una situazione abbastanza delicata in merito alla posizione della figlia, per la quale Parolisi ha perso la patria potestà“.
L’avvocato ha proseguito dicendosi sicuro, però, che il magistrato sarà in grado di valutare, nel caso vengano concessi permessi premio, di escludere la possibilità che l’ex caporal maggiore possa recarsi nella città dove vivono i parenti di Melania. La redazione della trasmissione di Rai 3 ha raccolto anche le dichiarazioni del fratello di Melania Rea, Michele, il quale spera che Parolisi possa scontare tutti gli anni della pena. Questa circostanza, però, spiega Michele, non restituirà ai parenti e soprattutto alla figlia Melania: “L’ergastolo che non hanno dato a Parolisi lo abbiamo preso noi. Nessuno potrà ridarci Melania“.
Ad oggi, l’ex militare è detenuto presso il carcere di Bollate ed ha scontato quasi 9 anni di reclusione rispetto ai 20 inflitti durante i processi. I sospetti sul delitto, consumatosi il 18 aprile 2011, ricaddero immediatamente sul marito della giovane madre di Somma Vesuviana ritrovata senza vita nel bosco di Ripe di Civitella, in provincia di Teramo, a due giorni di distanza. Nel luglio 2011 dopo serrate indagini, durante le quali emerse una relazione extraconiugale tra Parolisi ed una sua allieva della caserma di Ascoli, dove prestava servizio, scattarono le manette per il caporal maggiore. Secondo l’accusa, il movente dell’omicidio fu proprio la relazione clandestina tra i due militari. Parolisi, che si è sempre dichiarato innocente ed estraneo a quanto accaduto nel bosco di Ripe, venne condannato all’ergastolo in primo grado nel 2012, pena che viene ridotta nel corso del processo d’Appello a 20 anni. La sentenza di secondo grado viene poi confermata dalla Corte di Cassazione nel 2016. Al carcere si aggiunge la perdita della potestà genitoriale sulla figlia che all’epoca dell’omicidio aveva poco più di un anno e la perdita dei gradi dell’esercito. Per quest’ultima ragione l’uomo viene trasferito dal carcere militare di Santa Maria Capua Vetere a quello di Bollate (Milano).
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Il delitto, le sue modalità e soprattutto le parole dello stesso militare, intervistato da diverse trasmissioni pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere, destarono scalpore in tutta Italia. Scalpore che si trasformò presto in indignazione quando le forze dell’ordine arrestarono Parolisi ed i giornali diffusero la notizia della relazione extraconiugale tra i due militari della caserma di Ascoli.
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