Il Pianeta è ormai soggetto a drastici cambiamenti, dalle terre emerse agli oceani il riscaldamento globale sta avendo un impatto distruttivo che sta determinando il mutamento degli ambienti: anche l’Oceano Atlantico sarebbe vittima del processo.
Il surriscaldamento globale è ormai un fenomeno inarrestabile che sta comportando un mutamento dell’intero Pianta, finanche degli Oceani. Nello specifico, l’Atlantico secondo un recente studio dell’University College of London avrebbe iniziato a mutare il proprio ecosistema. I risultati sono stati pubblicati sulla Geophysical Research Letters.
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Il drastico cambiamento delle acque oceaniche lo evidenziano le analisi delle barriere coralline che diventano più bianche, i livelli di acidità che aumentano esponenzialmente a causa dell’anidride carbonica e le migrazioni di alcuni pesci che vanno man mano spostandosi verso i Poli. Eppure mai, sino ad oggi, si era registrata un’inversione delle correnti da calde a fredde. Tale fenomeno avrebbe condotto ad un’ingente stravolgimento dell’ecosistema dell’Oceano Atlantico. Ad effettuare l’inquietante scoperta, riporta la redazione di Greenme, un team di ricercatori dell’University College of London, secondo i quali si sarebbe registrata una significativa diminuzione di plancton proprio delle acque fredde.
Nello studio si legge che l’Atlantico, soprattutto il settore Nord-Orientale, funge da importante cartina al tornasole per individuare cambiamenti dettati dal sistema climatico. Il cambiamento della circolazione delle acque al suo interno avrebbe condotto ad una sostituzione delle correnti fredde vicino l’Islanda con correnti di acque calde. Ciò avrebbe implicato una differente distribuzione del plancton. Un dato in netta controtendenza rispetto a quelli sino ad ora in possesso degli studiosi.
Il professor Peter Spooner, autore della ricerca, avrebbe affermato, stando a quanto riporta la redazione di Greenme, che il clima negli ultimi 12mila anni non ha mai registrato variazioni di immane importanza. Mai sino ad oggi.
Per comprendere come realmente fosse cambiato l’Oceano i team di esperti hanno analizzato le varie tipologie di plancton studiando i fossili, come precedentemente rappresentato. Per farlo hanno scelto una porzione di fondale a sud dell’Islanda e li hanno rinvenuto dei sedimenti trasportati da correnti che si muovono a grandi profondità. Nello specifico, una determinata specie, è stata trovata in misura diversa rispetto ai rilevamenti dell’era industriale. Ciò a loro avviso sarebbe stato causato dal mutamento delle circolazioni delle correnti.
Ad avvalorare la considerazione il fatto che è stata rilevata una riduzione del numero di specie di plancton tipiche delle acque fredde ed un aumento di quelle proprie delle acque calde.
L’autore dello studio, il professor Spooner, avrebbe sul punto dichiarato che i cambiamenti nell’ecosistema, che hanno sostituito i plancton più nutrienti delle acque fredde con quelli delle acque calde, avrebbero determinato una migrazione di alcune specie di pesci verso nord, come lo sgombro. Una presenza nelle acque di importante gravità da un punto di vista politico, considerato che le varie nazioni hanno iniziato a lottare per il predominio sulle zone di pesca.
A ciò poi si aggiunge che nel circolo Artico l’acqua calda è arrivata anche a seguito dello scioglimento dei ghiacciai.
Ad influire su questa inversione di circolazione sarebbe la minor salinità delle acque nel Nord Atlantico a causa delle precipitazioni portate dal cambiamento climatico, dallo scioglimento dei ghiacciai e dunque dall’acqua che proviene dall’Artico.
Stando a quanto riporta la redazione di Greenme, il professor Spooner, autore dello studio avrebbe dichiarato che una prima avvisaglia dell’ingresso acque dolci si sarebbe registrata nel 1700. Una circostanza che sin da allora avrebbe iniziato a causare primi mutamenti, oltre alla naturale e fisiologica variabilità.
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Lo studio pur avendo raggiunto tale risultato, non è in grado di fornire una spiegazione in merito a quelle che sono le reali cause di cambiamento del flusso delle correnti. Un solo fattore pare al momento noto: il climate change viene patito dagli Oceani. Consapevolezza che sino ad oggi era mancata agli esperti.
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