Nel 1987 Freddie Mercury scoprì di essere sieropositivo. The Mirror ha raccontato come la leggenda della musica reagì quando venne a conoscenza di aver contratto l’AIDS.
Il 24 novembre del 1991 morì la leggenda della musica, Freddie Mercury, leader dei Queen. La voce indimenticabile e soave come quella di un angelo si spense nella sua casa di Londra pochi anni dopo aver scoperto di aver contratto l’AIDS. Freddie non seppe mai chi lo avesse contagiato e decise di nascondere la sua malattia fino a quando decise di redigere un comunicato in cui dire al mondo quale fosse il male che lo aveva colpito. Il comunicato fu reso pubblico il 23 novembre del 1991, giorno prima della morte di Mercury.
Nonostante Freddie Mercury avesse deciso di non rivelare in pubblico le sue condizioni di salute, delle voci iniziarono a rincorrersi a partire dalla morte di Nikolai Grishanovich, che era stato uno dei suoi amanti ed era morto proprio di AIDS. Questo accadde dopo l’ultima esibizione televisiva di Freddie Mercury, avvenuta il 18 febbraio del 1990, in quella circostanza circolò l’ipotesi di una malattia che poteva aver colpito il cantante e frontman dei Queen. Nessuno, se non gli amici più stretti, tra cui ovviamente gli altri membri dei Queen, fu messo a conoscenza della malattia di Freddie. La stessa famiglia di Mercury cominciò a sospettare qualcosa e lo scoprì quando Kashmira, sua sorella minore, e il marito Roger Cook, videro uno strano segno sul piede di Freddie, erano i segni lasciati dal sarcoma di Kaposi. Il chitarrista Brian May raccontò dei segni visti sul suo piede nel corso di un’intervista al Sunday Times. Fu proprio Freddie Mercury a mostrare il suo piede ai componenti del gruppo, mentre erano tutti insieme a cena. Gli ultimi due anni della sua vita Freddie li trascorse quasi in isolamento totale.
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Grazie alla testimonianza di chi gli rimase vicino che veniamo oggi a conoscenza di come il cantante abbia tentato di lottare contro la tragedia che gli era capitata. Una delle persone molte vicine al cantautore dei Queen era Peter Freestone, suo amico e assistente personale, che ha dichiarato: “Freddie sapeva che il virus dell’HIV/AIDS era apparso nel mondo e sapeva di amici che stavano morendo di quella malattia, quindi questo gli aveva dato da pensare. Potrebbe aver pensato di essere infetto, e come molti di noi se lo è messo in testa ma ha pensato ‘Non succederà a me’. A quei tempi era una condanna a morte. Lo è ancora oggi, ma ora la morte può essere rimandata”. Per alcuni anni Freddie Mercury cercò di mettere a tacere il sospetto di essere stato infettato. Peter Freestone ha raccontato di come Mary Austin convinse Freddie a fare il test che gli rivelò la verità sulle sue condizioni di salute. Mary visse un grande amore con lui, che a lei dedicò il bellissimo brano ‘Love of my life’, una delle canzoni più belle dei Queen. “Il medico di Freddie cercò di chiamarlo ma lui non voleva rispondere. Alla fine il dottore chiamò Mary e le disse che doveva parlare urgentemente con Freddie, quindi Mary dovette convincerlo a parlare con il dottore. Sono sicuro che Freddie avesse idea di cosa gli avrebbe detto il dottore, quindi non voleva ascoltare la diagnosi”.
Dopo un viaggio in Svizzera, realizzato nei primi giorni del novembre del 1991, Freddie Mercury decise di non assumere più medicine. Questo non gli impedì di continuare a pensare al futuro: ha continuato a cantare, fino all’ultimo istante, e aveva perfino comprato i regali di Natale da dare ai suoi amici (uno di quei regali era per Elton John).
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Morì il 24 novembre dello stesso anno, a causa di una broncopolmonite aggravata dall’AIDS.
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