La cooperante Silvia Romano, liberata dal Governo dopo una prigionia di un anno e mezzo, ha ricevuto insulti da utenti sul web e da certa stampa italiana.
Destano sconcerto gli insulti ricevuti da Silvia Romano, la giovane di 25 anni rapita in Africa dove si trovava per fare del bene, aiutando sul campo tanti bambini e famiglie povere del Kenya. La giovane venne rapita nel novembre del 2018 e portata dai membri miliziani di un gruppo terroristico fondamentalista in Somalia.
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Da allora la milanese, che lavora per una Onlus delle Marche, ha dovuto sottostare al volere dei suoi rapitori. Lei stessa ha comunque affermato di essere stata trattata bene e che era libera di muoversi nei vari campi di prigionia e nelle basi provvisorie nelle quali ha vissuto nel corso di questi mesi. Durante il rapimento poi lei stessa ha avuto modo di convertirsi all’Islam. Cosa che, a quanto pare, non è piaciuta a molte persone qui in Italia. In prevalenza simpatizzanti e militanti di destra, anche strema, ed esponenti della stampa che pure vede da sempre alcuni propri tratti di ispirazione in tale direzione. Esemplificativo ad esempio è il titolo del quotidiano ‘Libero’ diretto da Vittorio Feltri. Che pure ha fatto discutere per le sue incommentabili, recenti dichiarazioni.
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“Abbiamo liberato un’islamica”, seguita a ruota da ‘Il Giornale’. “Islamica e felice, Silvia l’ingrata”. Assurdo mettere alla gogna una giovane che ha aiutato tanti bisognosi e che ha patito un inferno. Perché la sua non sarà stata certamente una vacanza. Così come assurdo è inquadrare l’islamico, il diverso, come un nemico. La storia ha sempre insegnato che generalizzare è il primo sbaglio che chi ritiene di essere superiore intellettualmente, socialmente e civilmente compie. Ed è proprio questo il caso. Ad asfaltare tutti gli ignoranti che ritengono Silvia Romano una ingrata ci pensa per Enrico Mentana. Lui si un vero e degno esponente della stampa e del pensiero comune. Il direttore della redazione giornalista de La7 e del quotidiano online ‘Open’ scrive quanto segue sui social.
“A tutti quelli che in queste ore fanno orrendi e insensati paragoni con chi tornò da Auschwitz (come quel consigliere regionale leghista che ha scritto “avete sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?”) voglio solo sommessamente ricordare che il campo di Auschwitz sorgeva nella cattolicissima Polonia, e che lo stesso Hitler era cattolico battezzato e cresimato. Provate a riformulare il paragone ora”.
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