Il virologo Crisanti indica la strada della fase 2 con qualche eccezione. Ma attenzione ai nuovi focolai
L’esperto virologo Andrea Crisanti, eroe della battaglia contro il coronavirus in Veneto esprime alcune considerazioni in merito all’inizio della fase 2. Le raccomandazioni dell’esperto indicano la strada della prudenza riguardo le aperture di alcune attività commerciali. La malattia ha avuto subìto un’involuzione in Italia: il merito è degli italiani e del rispetto delle misure di sicurezza riportate nel decreto legge del governo.
Prudenza dunque , ma anche tamponi mirati e l’individuazione immediata di nuovi possibili focolai. La ricetta è ben delineata dall’esperto che raccomanda il senso di responsabilità, contando sull’esperienza dei mesi più recenti. “L’epidemia non è terminata ma con la gente di nuovo in strada è facile che si ripresentino nuovi focolai. Quindi prontezza ed esperienza nel saper gestire la situazione se le cose dovessero complicarsi.
Più controlli dunque alle dogane aeroportuali e ferroviarie per scongiurare un ritorno prepotente del nemico dall’estero. “Ma per fare questo serve unità internazionale“.
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L’esperto virologo Andrea Crisanti invita gli italiani alla prudenza e ad attenzionare il pubblico straniero. Ma oggi che il peggio sembra alle spalle, l’esperto ricorda quando ci fu il primo caso in Veneto. Crisanti era in partenza per l’Australia, ma la chiamata da parte di Zaia è stata intuitiva e determinante per convincerlo a tornare indietro nel più breve tempo possibile. Crisanti sottolinea la prontezza del presidente del Veneto, Zaia che grazie alla sua esperienza medica dall’alto è riuscito ad arginare il peggio prima di richiamarlo alla base.
“Avevano già chiuso tutti i collegamenti con l’Italia” chiosa Crisanti quando racconta dell’esperienza di Londra. L’esperto era in visita dalla moglie, quando è nuovamente espatriato, ma ha dovuto forzare il rientro perchè la situazione nel Belpaese stava degenerando.
Sembra trascorsa un’eternità dall’inizio della Pandemia quando si percepiva un caos incredibile. Ma oggi che abbiamo incamerato un pò di esperienza non è giustificata una nuova imprudenza. Crisanti dunque suggerisce di usare la testa, soprattutto nelle zone dove il coronavirus è ancora in attività. Chiaro il riferimento a Piemonte e Lombardia.
Il parere dell’esperto è quello di aspettare ancora qualche settimana prima di fare valutazioni precipitose e riaprire tutto.
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“Bisogna organizzarsi bene il lavoro” e qui l’occhio cade anche in qualche angolo del sud del Paese, dove ci si sta preparando alla riapertura, nonostante un’organizzazione territoriale ancora troppo prematura per l’efficienza.
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